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immuni e la paura della tecnologia – di Roberto Ceriani — 4 commenti

  1. Son completamente d'accordo con Roberto, e invito Claudio a non fraintendere le osservazioni su immuni che ho pubblicato. I log che consideravo, mi hanno spiegato, non sono contatti ma solo invii dei dati sulle possibili esposizioni verso il server centrale del sistema. E' vero che la tecnologia bluetooth presenta il rischio di falsi positivi/negativi al momento non quantificabile facilmente. Ma è anche vero che il numero di falsi è sicuramente molto più contenuto delle potenziali esposizioni rilevabili col metodo del ristorante che cita Roberto e quindi più efficace nella ricerca del tracciamento.
    Ho sostenuto fin dall'inizio la necessitù di ricorrere a mezzi moderni invece che limitarsi ai metodi medioevali dell'isolamento, certamente utili, ma molto invasivi della vita sociale ed economica per cui ne faremo le spese nel prossimo futuro.
    Ero molto più favorevole a un metodo di tracciamento che utilizzase diverse tecniche di tracciamento inclusa la geo-localizzazione, e fortemente favorevole a considerare il problema della privacy risolubile con altri mezzi, sempre molto più affidabili dei server che raccolgono cookie quando navighiamo in rete (sapete bene che gli hacker hanno frequentemente forzato server con password e indirizzi di utenti).
    Invito Claudio a installare Immuni, portarsi il cellulare quando esce dall'isola felice in cui vive. Anche un solo utente in più può portare a miglioramenti della tecnica, permettendo di quantificare la percentuale di falsi dovuti alla tecnologia scelta.

    • Lo sapete bene che alla fine obbedirò, volevo suscitare un po’ di discussione e ringrazio Daniele Marini per il “parere autorevole” e lo invito a continuare con l’occhio vigile

  2. Non ho nessuna obiezione a Immuni in quanto tale. Ma non mi sembra che Regione Lombardia abbia detto: se segnali il contatto, ti garantisco l’esito del tampone in 5 giorni. Quindi, prima di rischiare 15-20 gg di lockdown aggiuntivo per aver incrociato un positivo, con mascherina come me (in Lombardia è obbligatoria anche all’aperto)…

  3. Non posso dare torto all'amico Roberto Ceriani, sempre in prima linea su queste battaglie di frontiera tra sociologia e tecnologia, ma io sono uno di quelli che non l'hanno istallata.

    Un po' per pigrizia, un po' perché lo smartphone spesso lo dimentico a casa, un po' perché tutto il can can che hanno montato sulla tutela della privacy, conclusasi con la scelta di usare la tecnologia blutooth mi ha dato francamente fastidio.

    Poi mi sono letto le osservazioni esperienziali di Daniele Marini sui falsi positivi connessi a questa tecnologia e poiché mi sposto pochissimo dalla mia grotta di Solaia che sta in un piccolo comune con 0 contagi nonostante una casa di riposo ed infermieri che andavano e venivano da Siena per adesso sto a guardare. Mi dico, pensando ai respoonabili della salute pubblica, avete voluto blandire i somari e avete fatto una via di mezzo in termini di tecnologia di basso livello e di non obbligatorietà. Avete demonizzato il GPS a fare di Blutooth. Tenetevelo.

    Mi è successo qualcosa di analogo a quello che ho provato verso i tatticismi di Renzi. Non me l’ha ordinato il dottore di essere politicamente corretto in ogni occasione. Altri decidono in base a ragionamenti di opportunità. Io non ho paura della tecnologia, e non amo gli sportelli, ma ho paura degli opportunisti.

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