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preistoria della grafica computerizzata raccontata da uno che la usava – di Lorenzo Baldi — 3 commenti

  1. A proposito di creazione di slide, nel 1985 in USA comparve un prodotto che leggeva un floppy contenente i dati e collegato a un televisore o proiettore video mostrava una serie di slide che anticipavano Poerpoint. Prendemmo l’esckusiva per la distribuzione in Ialia e con il nome Eidostation offrivamo il prodotto e nel caso il servizio di creazione delle diapositive stesse. Ebbe un certo successo eper un paio di anni fu la “cash cow” della nostra azienda.

  2. Bellissima esperienza. Mi ha fatto venire in mente la complessità del problema di generare un segnale video compatibile con la tecnologia televisiva a partire da una scheda grafica. Ricordo che avemmo l'incarico da Olivetti di generare i dati da mandare in sovraimpressione durante i campionati di sci che si svolgevano a Crans dur Sierre. Data l'incompatibilità dei segnali, andai con un dirigente Olivetti a Londra per visitare la società Cox che produceva apprecchiature per la produzione televisiva. L'obiettivo era quelllo di fornire alla Cox le specifiche per adattare il segnale video della scheda degli M24 con quello televisivo. Realizzarono un prototipo, che venne appunto usato durante i campionati di sci. Con Giovanni Anceschi avevamo poi inventato una tecnica per realizzare una limitata trasparenza delle scritte (tempi e graduatorie) per non mascherare completamente la scena ripresa in tempo reale. L'idea era quella di costruire una banda in basso con una griglia di grigi alternata a trasparenza, per rendere contemporaneamente visibili il testo e l'immagine sottostante. Poco tempo dopo incominciarono finalmente ad essere prodotte schede video compatibili con il segnale televisivo, ma ancora oggi si tratta di due mondi che dialogano con grande difficoltà. Solo la recente diffusione della televisione digitale ha finalmente permesso di chiudere il gap.

    • La questione faceva molto arrabbiare, perché ti sembrava di avere il Santo Graal a portata di mano e tutto finiva con i problemi di interfaccia. Inoltre, i grandi broadcaster erano molto “choosy” sulle specifiche tecniche e la qualità dei segnali (causa km di cavi e ripetute amplificazioni), cosa che nel mondo aziendale non accadeva.
      Credo che gli home computer fossero più vicini ad una soluzione perché, usando televisori come monitor, avevano versioni regionali Pal e Ntsc e, internamente, dovevano produrre un segnale RGB con frequenze di scansione compatibili con i sistemi televisivi. Dall’uscita a radiofrequenza di quei giocattoli potevi registrare direttamente con qualsiasi videoregstratore domestico. Ma la Rai, quel nastro, non te l’avrebbe mai passato.

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