basta immaginare … di avere vinto
Dai coraggio, su con la fantasia! Funzionerà benissimo. Basta un po’ di immaginazione e tutto andrà bene.
Cosa ci vuole per immaginare metà classe che fa lezione in un’aula mentre l’altra metà segue via web?
E’ semplice, efficace, economico e persino ecologico. Cosa volete di più?
Basta immaginare un bambino o un ragazzo che, da solo a casa sua, passa felicemente 5 o 6 ore al mattino davanti allo schermo di un computer per seguire le lezioni “mantenendo la socialità con i compagni di classe”.
Basta immaginare che, se ci sono in casa fratelli e sorelle, l’accesso al computer venga riservato ai maschi primogeniti.
Basta immaginare un insegnante che spiega a metà classe guardando negli occhi i ragazzi in aula con un occhio, con l’altro occhio guarda la telecamera, con il terzo controlla a video se i ragazzi a casa stanno seguendo e con il quarto controlla quelli in aula.
Basta immaginare che le attività sportive e gli esperimenti di laboratorio non vengano eseguiti dai ragazzi, ma dal solo insegnante ripreso dalla telecamera. Tanto qual è la differenza tra fare e guardare? Abbiamo o no i neuroni-specchio? Bene, allora usiamoli!
Basta immaginare che gli insegnanti di sostegno nei giorni dispari stiano in aula e nei pari vadano a casa dei ragazzi disabili, magari scroccando un thè con i biscotti.
Basta immaginare che alle uscite didattiche e ai viaggi di istruzione partecipi solo metà classe, mentre l’altra metà guarda a video quello che stanno facendo i loro compagni. Si potrebbe far pagare metà quota di partecipazione a tutti e fare partecipare in 3D solo gli estratti a sorte. Un bel risparmio per tutti!
Basta immaginare che ogni scuola abbia una connessione di almeno 100 Mbps. Infatti un collegamento in streaming-video con definizione standard consuma circa 750 MB all’ora, pari a 1,6 Mbps, quindi una scuola con 60 classi (anzi, 60 mezze classi) ha bisogno di una banale connessione da almeno 96 Mbps. Un po’ di più per quelle scuole con più sedi che dovranno far convergere il segnale al server centrale ma, come tutti sanno, si tratta di scuole rarissime che non hanno mai problemi di soldi.
Basta immaginare che, per reggere queste richieste di connessione video, nelle scuole bisognerà azzerare tutte le connessioni didattiche (registro elettronico, consultazione web, scaricamento filmati…), annullare i servizi di biblioteca, eliminare la posta elettronica e le funzioni di segreteria. E’ vero, è un piccolo sacrificio, ma in fondo a cosa servono?
Basta immaginare che ognuno dei 7,6 milioni di studenti italiani abbia in casa una linea da 1,6 Mbps e che ogni mattina la Rete regga, oltre al traffico normale, anche 3,8 milioni di connessioni video aggiuntive.
Basta immaginare che, per reggere questo piccolo sforzo sulla Rete, occorrerà fermare il lavoro negli uffici e nelle banche. E’ vero, anche questo è un piccolo sacrificio, ma in fondo uffici e banche hanno fatto a meno del web per secoli, quindi che problema c’è?
Basta immaginare che nel ’68 avevamo ragione quando a Parigi gridavamo Imagination au pouvoir!. E’ stata dura, ma finalmente dopo 52 anni possiamo dirlo: Abbiamo vinto!
Mi scuso con la ministra se nel formattare l'articolo di Roberto Ceriani ho fatto confusione con l'archivio fotografico e ho messo in linea una immagine di Sabina Guzzanti. (C.C)