Il ragazzo che catturò il vento – film di Chiwetel Ejiofor
Il Malawi è uno stato dell'Africa meridionale (ex Rhodesia del nord tra lo Zambia, la Tanzania e il Mozambico) e il film è tratto da un romanzo autobiografico; racconta la storia di William Kamkwamba, un ragazzino di quelli che nella nostra ricca civiltà occidentale si vedono sempre di meno, uno di quelli che di fronte ad un problema si mette in testa di risolverlo usando senso pratico, inventiva e un po' di scienza.
Agricoltura povera senza nemmeno il supporto del lavoro animale, mancanza di elettricità e mancanza di acqua. Si zappa e si sopravvive a condizione che il ritmo delle stagioni non impazzisca, che le troppe piogge non distruggano le povere coltivazioni e che alle piogge non si sovrapponga poi la siccità.
Mi ha fatto venire in mente episodi di sopravvivenza del giovane Rychard Feynman che da ragazzino si manteneva agli studi rovistando nelle discariche alla ricerca di cose da smontare e rimontare mettendo insieme tre cose rotte per farne una funzionante.
L'Africa profonda ci porta indietro di quasi un secolo e i problemi sono gli stessi. Non c'è l'energia elettrica e la comunicazione con il mondo avviene attraverso vecchie rado a transistor alimentate a pile che ti mollano sul più bello (ma non c'è la rivendita dove si comperano le pile nuove).
C'è la scuola (luogo di promozione sociale), ci sono gli allievi con la divisa della festa, ci sono regole rigide e formali, niente è gratuito e se non puoi pagare sei fuori. La scuola come occasione di uscita dal mondo della tradizione, dei riti magici, del destino incerto.
C'è la discarica dove vengono gettati i macchinari di risulta della società che gestisce il monopolio del tabacco: avanzi di trattori, elettrodomestici semidistrutti, mangiacassette, accumulatori esausti.
William, dotato di senso pratico e immaginazione, smonta le cose non funzionanti per creare qualcosa che funzioni; mettendo in parallelo tante pile scariche un po' di energia risalta fuori, la radio ricomincia a funzionare e la comunità può ascoltare la partita.
Oltre la metà del film è dedicata alla descrizione della società dei riti magici, del potere politico che visita i villaggi alla ricerca del consenso ma è durissimo nella repressione di chi rialza la testa, delle dinamiche interne alla famiglia di William con il padre onesto e testardo che sogna un futuro per i figli basato sulla istruzione, della povertà, quella così pesante che al primo imprevisto ti porta alla disperazione.
In piena crisi legata alla siccità William riesce ad accedere alla bibliotechina della scuola da cui è stato espulso perché la famiglia non è più in grado di pagare la retta e lo colpisce un libro di scienza popolare legato alla energia. Lì c'è tanto vento e con il vento si potrebbe far girare una pala in grado di far girare una dinamo, con la elettricità della dinamo si potrebbe tenere in carica una batteria di accumulatori da cui si siano estratti gli elementi ancora buoni, con l'accumulatore carico si può far funzionare una pompa in grado di tirar su l'acqua dal pozzo, con l'acqua del pozzo si possono seminare verdure in grado di far resistere la comunità sino al prossino raccolto e, in prospettiva, risolvere il problema della siccità.
La storia è questa, con tutti i piccoli drammi interni allla comunità e alla famiglia, con la conquista di consenso tra i coetanei, con la difficoltà a procurarsi la dinamo della bici del padre che dovrà sacrificare l'unico bene rimasto, la bici, che dovrà essere segata per realizzare il sistema di tramissione dell'energia meccanica delle pale in energia di rotazione della dinamo, la realizzazione di un prototipo che consente di accendere una radio sino al modello gigante di mulino a vento.
Mi ha lasciato perplesso l'idea della dinamo da bici per via delle potenze in gioco molto ridotte, ma sembra che si sia trattato di una storia vera che ha consentito alla comun ità di sopravvivere e a William di studiare grazie alle borse di studio legate alla generalizzazione del progetto.
In questi giorni in cui la nostra società attraversa una crisi paragonabile a quella delle due guerre mondiali un bel messaggio a favore della concretezza, della famiglia, del ruolo della istruzione, della esistenza di persone positive. E poi che bello un film pensato, realizzato in Africa con maestranze africane e sui problemi dell'Africa.
Regia di Chiwetel Ejiofor (che interpreta il ruolo del padre). Un film con Chiwetel Ejiofor, Joseph Marcell, Aïssa Maïga, Noma Dumezweni, Lemogang Tsipa.