La spesa alla EsseEsseEsse – CoronaMilano 3
15 marzo AdC (anno del coronavirus)
La coda per entrare all’Esselunga è lunga (beh, con quel nome…). Ogni cliente è distante 1-2 metri dal successivo. Più di metà porta la mascherina.
Ma come fanno medici e infermieri? A me la mascherina fa appannare gli occhiali e devo restare in apnea per vedere qualche cosa. Sarà per questo che qualcuno indossa gli occhiali da piscina?
All’ingresso fanno entrare una sola persona per ogni carrello, ma chiudono un occhio per noi coppie di vecchietti. All’interno tutto il personale indossa la mascherina. Metto i guanti monouso per la frutta e prendo i sacchetti di plastica da riempire con le mele. Oddio! Penso che sono gli stessi sacchetti contro cui qualche secolo fa ci scagliavamo per contestare la tassa occulta di 0,02 euro perché QUELLO era il problema! Do you remember?
Con i guanti di plastica è difficile aprire i sacchetti e sono tentato di bagnarli con la saliva, ma è troppo pericoloso. Dico al Direttore che devono mettere a disposizione una spugna bagnata. Mi ringrazia per il suggerimento. Tengo le mani racchiuse nei guanti monouso per tutta la durata della spesa, anche per pagare con la carta di credito. Mi domando se è una protezione ridicola, ma noto che quasi tutti fanno così. Meglio essere ridicoli che trovarsi in terapia intensiva!
Sugli scaffali vedo almeno un centinaio di cartelli con scritto Questi prodotti non sono in vendita. Si trovano davanti a tutti i prodotti non alimentari considerati di non urgente necessità; probabilmente non si possono vendere per non fare concorrenza ai negozi chiusi. Fra i prodotti non alimentari esclusi da questo divieto, quindi considerati di prima necessità, osservo che si trovano le creme da barba, i rossetti, il whisky e i preservativi.
Alla cassa hanno eliminato il separatore mobile che permetteva a un cliente di raccogliere gli acquisti, mentre il cliente precedente stava ancora riempiendo la borsa. Il dispositivo permetteva di ridurre i tempi parallelizzando le operazioni.
Adesso invece la cassiera, con mascherina, controlla che il cliente abbia finito di riempire la borsa e solo allora permette al cliente successivo di avvicinarsi alla cassa. Questa nuova disposizione, pensata per impedire a due clienti di trovarsi vicini, è curata con molta attenzione.
Tornando a casa noto che, in questo silenzio irreale, non ci sono bambini nelle strade. L’anziana vicina di casa mi informa che il nipote, emigrato in Olanda, le ha appena inviato un video in cui si vede l’assalto selvaggio dei clienti a un moderno supermercato di Amsterdam. Scene penose. Tutto il mondo è paese…
Alle 12 in punto vado sul balcone e partecipo all’applauso per medici e infermieri. Sento applaudire da lontano ma, anche se non indosso la mascherina che appanna gli occhiali, non riesco a vedere chi sta applaudendo. Qualcuno dal balcone canta l’inno di Mameli. La voce viene da molto lontano ma si sente lo stesso.
Neanche a Ferragosto Milano è avvolta in tanto silenzio…
farmacia e Esselunga – CoronaMilano 1
come sarà il dopo? – CoronaMilano2