peggio allora o adesso?
Nell'ambito delle azioni per sopravvivere al corona virus ho aggiunto alla lettura di libri la visione di qualche film saltapicchiando tra il drammatico-impegnato, i gialli, il genere leggero e i film di ricostruzione storica. Tra questi approfittando di RAI Storia mi sono guardato un film documentario prodotto dalla RAI e messo in onda nel dicembre 2019 in occasione del ventennale della morte e del quarantennale della nomina a Presidente della Camera: Storia di Nilde (Iotti). Se non ne sapete molto guardatelo.
Argomento complicato da raccontare perché Nilde Jotti (classe 1920), dopo aver fatto la compagna di Palmiro in anni in cui il Partito Comunista doveva essere irreprensibile rispetto alla morale comune, è stata via via recuperata come dirigente comunista dopo la di lui morte e infine santificata nel periodo in cui fece la prima presidente comunista e donna della camera.
Ne parlo qui perché ne ho un ricordo donna dal piglio deciso, autorevole e con un fisico che si imponeva; da Presidente della Camera ho il ricordo della prima ed esplicita dichiarazione sulla opportunità di rivedere questioni di funzionamento delle istituzioni anche quando esse riguardassero le previsioni della II parte della Costituzione e in particolare il funzionamento delle istituzioni parlamentari e lo scandalo del bicameralismo perfetto. Ma sono da ricordare la sua pressione nei confronti di Berlinguer affinché il partito si schierasse senza esitazioni nella battaglia referendaria sul divorzio.
A suo tempo avevo letto biografie varie scritte da dirigenti comunisti di allora e non riepilogo cose che sono già state dette e scritte circa le difficoltà del rapporto sentimentale tra Nilde e Palmiro: la federazione di Reggio E. che non la voleva ricandidare per ragioni di opportunità, i tre dirigenti chiamati a sciogliere lo scandalo e che proposero due locali all'ultimo piano di Botteghe Oscure perché la moglie di Togliatti Rita Montagnana e il figlio non intendevano lasciar correre, gli interventi di Pietro Secchia su Stalin vagamente diffamatori verso Nilde Jotti considerata un agente del Vatkicano perché aveva studiato alla Cattolica. Pian piano quel rapporto viene accettato ma Nilde Jotti deve comunque rimanere nell'ombra.
Così, sfruttando la scoperta dell'archivio on line dell'Unità, ho deciso di vedere cosa risultasse dai documenti ufficiali e il quadro emerso risulta essere peggiorativo rispetto al tema della ipocrisia. Mi sono soffermato sul periodo dal 1946 al 1964 (la morte di Togliatti)..
- resoconti sul suo ruolo alla Costituente (oggi si parla tanto di questione femminile e di contributi in tal senso). La realtà è che NIlde Jotti era allora una pischella e che le donne erano poche e contavano pochissimo. Così l'unica sua citazione è quando sui giornali si fa l'elenco fotografico delle donne elette alla costituente.
- attentato a Togliatti. Come è noto Nilde era con lui e gli prestò soccorso. Nessun cenno in proposito e nessun riferimento a lei nei giorni successivi perché la Direzione aveva stabilito con precisione chi potesse fargli visita (ci vanno Longo, Pajetta, Secchia, Scoccimarro, la moglie, … ma lei è esclusa) e sulla Unità non compare, nell'articolo di Emanuele Rocco di cronaca dell'evento, nessun cenno alla sua presenza. Lo stesso silenzio prosegue nei giorni successivi con le inchieste sull'attentatore e la troviamo citata solo un anno dopo in un resoconto del processo dedicato al racconto-deposizione di Togliatti seguito da tre righe in cui si dice che è stata sentita anche la onorevole NIlde Jotti.
- adozione della sorella minore di uno dei morti di Reggio Emilia, Marisa Malagoli. Articoli sulla bimba, su Togliatti che la istruisce, persino una specie di intervista alla bimba da parte di Gianni Rodari. Nilde Jotti non esiste.
- attività politica: qualche articolo suo sul tema delle battaglie per la parità economica e della pensione alle casalinghe sulla pagina della donna curata sull'Unità dall'UDI.
- il malore e la morte di Togliatti:
- 10 agosto notizia partenza per una vacanza in URSS ospite del PCUS (insieme a Nilde Jotti e alla figlia adottiva Marisa). Togliatti intende discutere con Kruscev della situazione interna al campo comunista e in particolare della diaspora con il partito comunista cinese
- 11 agosto lo accoglie Breznev all'aeroporto ma Kruscev non si fa vedere e si presenterà ad Yalta solo a cadavere ancora caldo.
- 12 agosto si prende atto che Kruscev non ha intenzione di incontrarli e si parte in aereo per la Crimea
- 14 agosto prima pagina dell'Unità Togliatti colpito da malore. Nei giorni precedenti le prime pagine erano dominate dall'Ictus che aveva colpito il presidente Italiano Antonio Segni dopo un litigio legato al nascente centro-sinistra. Il vicesegretario Luigi Longo parte per la Crimea
- 15 agosto ansia per Togliatti colpito da un attacco cerebrale – accanto all'infermo si trova la sua compagna Leonilde Jotti membro della direzione; la loro relazione dura da 18 anni e lo sdoganamento è iniziato.
- 17 agosto la forte fibra di Togliatti reagisce tenacemente al male, Un articolo descrive la degenza e si parla di Leonilde Jotti come moglie,
- 18 agosto Togliatti migliora gradualmente pur persistendo la gravità del male,
- 19 agosto aggravate le condizioni di Togliatti per l'insorgere di complicazioni polmonari,
- 20 agosto Togliatti rimane grave sebbene la crisi polmonare regredisca. Il bollettino medico dice che "Dopo approfondita analisi dell'andamento della malattia e le visite all'infermo, il consulto ha unanimemente riconfermato che il compagno Palmiro Togliatti ha avuto un ictus per emorragia cerebrale. La malattia si svolge in modo grave, anche per l'insorgere, negli ultimi giorni, di complicazioni broncopolmonari.Lo stato di coma è un poco meno profondo."
- 21 agosto intervento chirurgico esplorativo per verificare lo stato delle meningi. Opera un professorone giunto da Mosca e l'Unità ci assicura che si tratta del meglio de meglio.
- 22 agosto Togliatti è morto. Dopo l'intervento esplorativo c'è stata una nuova emorragia cerebrale e gli articoli descrivono gli ultimi istanti con i diversi tentativi di rianimazione. Kruscev, finalmente arrivato a Yalta, scrive alla Jotti "Cara compagna e amica. Noi siamo profondamente colpiti per la morte del vostro sposo, nostro grande amico, e compagno Palmiro Togliatti. Con tutto il cuore siamo con voi in questo grande dolore. In questa ora di grave lutto vi prego, cara Leonilde Jotti, di accettare l'espressione delle nostre sincere condoglianze e i sentimenti fraterni a nome dei miei compagni, della mia famiglia e mio personale. Sempre conserveremo il ricordo di Palmiro Togliatti, inflessibile combattente per la causa' della classe operaia, fedele mico del nostro Partito comunista e di tutto il popolo." Viene organizzato un volo di rientro e il cadavere accompagnato dalla Jotti e dai dirigenti del PCI rientra a Roma.
- 23 agosto il popolo onora Palmiro Togliatti . Sono i giorni della camera ardente. La Jotti è ufficialmente la vedova anche se nei mesi successivi dovrà scrivere a Longo per sottolineare il suo desiderio e la sua volontà di lavorare per il partito richidendo la ufficializzazione di incarichi operativi. Scrive il cronista dell'Unità: "fotografare il volto rigato di lacrime di Nilde Jotti, la stretta convulsa con cui si aggrappa agli intimi, la angoscia del riconoscere nei volti cari la stessa Impronta del dolore. E, soprattutto, vorremmo rispettare la sconsolata chiusa
tristezza del giovinevolto di Marisa che, con le mani serrate sul petto, sembrava trattenere i sentimenti da non mostrare agli occhi indiscreti". - 24 agosto domani l'estremo addio dell'Italia a Togliatti 25 agosto stasera per l'ultima volta Togliatti a san giovanni 26 agosto eravamo un milione
Il 25 agosto del 1964 è ufficialmente finito un pezzo della storia del PCI quello della doppiezza, dell'essere marxista-leninista e di praticare la via italiana al socialismo, dell'opporsi al centro-sinistra e di strizzarci l'occhio. Nella nuova fase governata da Longo e poi da Berlinguer Nilde Jotti cesserà di essere la vedova, senza essere mai stata la moglie e svolgerà un ruolo importante in particolare nel marcare il ruolo delle istituzioni democratiche dello stato.
Io avevo 17 anni, frequentavo ancora GS e iniziavo a muovere i primi cauti oassi verso la sinistra. Quel giorno lo passai ai giardinetti della Villa Reale d Monza. Avevo comperato Il Giorno e rimasi impressionato dalle cronache di quei funerali, dagli articoli di Giorgio Bocca, dalla commozione di un pezzo così importante del nostro paese.