Meglio liberi – Alessandro di Battista – recensione
Non so se nella vita Alessandro di Battista sia così libero, ma in questa autobiografia per un figlio si è decisamente lasciato andare. Il libro l'ho iniziato per caso; per uno come me il tema 5 stelle è un tema poco accattivante (troppe urla, troppi slogan) ma già dalle prime pagine mi sono reso conto che si trattava di un libro interessante e piacevole.
Sul finire della scorsa legislatura dibba inizia ad accorgersi di essere un po' fuori posto, che quello che ha fatto è stato bello ma anche logorante e, tutto sommato, poco interessante rispetto allo spirito vitale che ti senti dentro. La politica al primo posto, ma non quella politica.
Io non sono uno statista, ho fatto il parlamentare e ce l’ho messa tutta. Ho provato a comportarmi come ho sempre pensato si debba comportare un deputato della Repubblica. Sono sempre stato in prima linea, ho provato a fare quel che era giusto e non quel che mi sarebbe convenuto personalmente. Non sono mai stato moderato anche perché moderati si muore. Non so se tra vent’anni la penserò allo stesso modo. Certo, guardando mio padre, la sua intransigenza e la sua onestà intellettuale, credo proprio di sì... La politica per me è tutto e non smetterò mai di farla. Solo che adesso voglio farla altrove e con altri mezzi. Fuori dai Palazzi con tutta la loro carica di ipocrisia, fuori dai percorsi già segnati, lontano dalla popolarità che innegabilmente mi ha aperto molte porte, sottraendomi tuttavia il privilegio di assaporare la totale libertà.
Quando gli dicono che deve ricandidarsi, dibba osserva che devo è nemico del voglio, che la passione c'è sempre ma si tratta di passione per fare altro.
Qualcosa del genere è capitato anche a me quando ho lasciato sia la politica rivoluzionaria, sia la professione giornalistica e dunque mi sono ritrovato in talune dinamiche: meglio liberi. E' il titolo del libro ma è anche l'idea guida per la impostazione della propria vita.
Il racconto va avanti e indietro nel tempo: la scorsa legislatura con gli sbandamenti del PD, la rielezione di Napolitano (che Dibba detesta in maniera esplicita), il renzismo, le battaglie dei 5 stelle sui vitalizi, contro la riforma costituzionale, contro la legge elettorale (nella prima e nella seconda versione), il rapporto di fratellanza tra diversi con Luigi Di Maio.
Ma la politica è il contesto perché la vera protagonista è la storia d'amore con Sahra che rimane incinta dopo neanche 4 mesi che stanno insieme e nella storia d'amore ci sono Andrea (che doveva chiamarsi Edoardo), la genitorialità, la paura di non essere all'altezza, il tema del viaggio come metafora della vita, il rapporto con il padre, quello che viene regolarmente scomodato per dire che dibba è fascista come suo padre. E' stato un padre importante nel trasmettere serietà e inquietudine e, cercando, "mio padre" nell'ebook ho trovato ben 31 occorrenze.
Le parti più coinvolgenti del libro sono quelle dedicate al primo mese di Andrea con dibba che deve imparare a fare il padre, a maneggiarlo, a imparare i trucchi per farlo dormire. Nel procedere in maniera diacronica la parte finale è dedicata alla nascita, al parto naturale, alla richiesta di tagliare il cordone solo dopo che avrà cessato di pulsare in maniera che tutto avvenga dolcemente, anche l'abitudine a respirare.
In questi giorni Alessandro, Andrea e Sara sono in viaggio lungo la costa del Pacifico degli Usa e con la intenzione di andare a sud. Lo attaccano i giornali della destra (che lo accusano di divertirsi con i soldi di Berlusconi, quelli del libro) e lui imperterrito posta sulla sua pagina Facebook i filmati e i diari di viaggio.
Che dire? continuo a pensarla diversamente su tante cose, ma il modo di atteggiarsi di fronte alla vita, ai sentimenti, alla emotività, alla passione, lo condivido.
Meglio liberi. Lettera a mio figlio sul coraggio di cambiare
Alessandro Di Battista
Editore: Rizzoli Anno edizione: 2017 Pagine: 182 17 € ebook 10 €