iva zanicchi
Iva Zanicchi è un pezzo della mia storia personale. Nel 1971, quando eseguì in tutta Europa le due rive (la riva bianca, la riva nera) io stavo a militare e sperimentavo un sistema di oppressione e repressione allucinante. Furono vendute alcuni milioni di copie di quel disco.
Tutti eravamo antimilitaristi, un po’ pacifisti e anche filo-vietcong (non eravamo molto bravi ad identificare le contraddizioni): signor capitano si fermi qui, sono tanto stanco mi fermo sì … però sul fiume passa la frontiera … dimmi un po’ soldato di dove sei, sono di un paesi vicino a lei …
Stasera ho ascoltato Iva Zanicchi alla Zanzara di Cruciani: inscì vegan (avercene, di donne così). Quando parla Iva Zanicchi senti il popolo italiano: saggio, ironico, sferzante nel giudizio. Per questa ragione non ha ubbidito all’ordine di Berlusconi di andar via dalla trasmissione di Gad Lerner e contemporaneamente stasera faceva dell’ironia in puro stile emiliano sul primato della carna fresca.
La Zanicchi ama Berlusconi ed è stata folgorata a suo tempo sulla via di Damasco: lo ama ma rimane lei; spontanea e popolare, mi piace così.
Non mi piaceva a tempi di ok il prezzo è giusto, ma anche lì intercettava un pezzo di Italia. Stasera ha detto che vorrebbe andare da Santoro a cantare bella ciao. E’ proprio lei e il centro sinistra o riesce ad intercettare la saggezza popolare che è andata a destra o non ce la farà mai.