’68 – L’inizio del movimento di Chimica (Milano) – di Vittorio Sforza
Chimica prima della fine del 1969 era un posto “difficile” dove la componente conservatrice degli studenti era molto forte e condizionante. Ciò non toglie che anche a chimica il vento del ’68 sia in qualche modo entrato innescando una fase di assemblee e, nel marzo del ’68, anche un periodo di sospensione delle lezioni (o forse una breve occupazione) per permettere il lavoro a commissioni di studio su diversi temi (Scuola e società; Diritto allo studio; Didattica e piano studi; Potere studentesco).
Di tutto ciò io ho solo vaghi ricordi, non solo per i tanti anni passati ma soprattutto perché come molti, in quel periodo ero ai margini, praticamente un osservatore. Ero infatti al 2° anno, chimica era ancora nel vecchio edificio di via Saldini e i giochi erano condotti sostanzialmente dai “grandi”. Di questi ricordo il nome di Mario Agostinelli che poi diventerà un importante figura della sinistra sindacale della CGIL.
Ma accanto a questi con un ruolo più marginale, c’erano altre persone più giovani alcune delle quali costituiranno poi il grosso di quello che sarà il gruppo dirigente del movimento che stava nascendo. Tra questi ricordo Peppino D, Tiziana B (che poi diventerà sua moglie) Giovanna M (che poi sposerà Michele Randazzo e sarà uno dei tramiti verso Avanguardia Operaia), Renato C, Linda P (una persona straordinaria e una carissima amica che ci ha lasciati in circostanze tragiche,intorno alla metà degli anni ’70), Guido B (che presiederà poi l’assemblea degli studenti di chimica), Carlo M.
Una cosa di cui sono certo è che tra il 1968 e la prima parte del 1969 l’effetto condizionante della destra studentesca a chimica era tale che anche il solo parlare di partecipare all’assemblea generale di scienze, accettandone l’autorità e le decisioni, era impossibile. Fisica era vista come un covo di comunisti e di maoisti e da da qui il fatto che fino all’autunno del 1969 (quando confluimmo nell’assemblea generale di scienze e quindi nel MS di scienze) Il movimento di chimica rimase autonomo.
Con l’anno accademico 1968-1969 le cose per noi a chimica iniziarono a migliorare e, complice anche il trasferimento nei nuovi istituti di via Venezian il movimento divenne più attivo e più organizzato. Nell’inverno del 1968 chimica fu occupata e l’occupazione durò a lungo e se ricordo bene fini solo con la fine del gennaio 1969. Da questa lunga occupazione il movimento uscì più forte e soprattutto ottenne l’agibilità politica totale del nuovo istituto con tanto di segreteria, ciclostile, matrici e carta fornite dall’istituto di chimica. Questo risultato peraltro era stato reso possibile dalla disponibilità del Prof. Scatturin che di fatto ci concesse (a nome del dipartimento però) i locali dell’interrato dell’istituto di Strutturistica.
In questo periodo alle persone che ho citato, che ora erano gli anziani del movimento si affiancarono quelli più giovani che come me erano stati fino ad allora i margini. Oltre a me c’erano Pepè, Sandro M (che poi a differenza della maggioranza di noi entrò nel MS della statale), Rubino, Marco T, Roberto C, Edy C (con cui poi ho convissuto per almeno tre anni in una specie di mansarda al 6° piano senza ascensore in via Della Sila), Gianmaria Z, Carlo F, Beppe R (ora dirigente in Federchimica), Mario T (ora dirigente alla Arpa sud Milano) e Pietro I.
Quest’ultimo proveniva (o forse era ancora della) dalla FGCI, conosceva Marx e Marcuse (ai tempi tra noi era un caso raro) ed era attivissimo e pieno di iniziative. Di fatto per un certo periodo fu lui a dirigere il movimento. Mi ricordo che era così ricco di idee e iniziative che ad un certo punto ha dato vita praticamente da solo ad un periodico degli studenti di chimica, sulla filosofia della scienza che aveva chiamato Prassi. Ovviamente poiché praticamente questo periodico si reggeva solo su di lui, la pubblicazione ebbe vita breve.
Un’altra delle cose diciamo divertenti o originali che ricordo di quell’occupazione è che c’era uno di noi (Angelo G.) che con una specie di corte dei miracoli di suoi amici (non di chimica) aveva preso possesso di un’intera ala della nuova sede in via Venezian (credo di chimica-fisica ma non ne sono sicuro) e, con questi ha alloggiato lì per tutta la durata dell’occupazione. Era una situazione buffa ma per molti versi comprensibile. Erano al caldo in locali nuovi, spaziosi, numerosi e luminosi; avevano luce e gas a volontà; avevano bagni e docce; avevano pure il telefono!! Direi una situazione perfetta per una comune e loro infatti si consideravano una comune. Molti di questi poi entrarono con noi in Avanguardia Operaia.
Con la primavera del 1969 le cose nel movimento presero a cambiare con una certa velocità. Io e altri di quelli che sopra ho citato, spinti anche da Giovanna M (che era già fidanzata con Michele) iniziammo ad incontrare persone di AO. Io poi allora alloggiavo alla casa dello studente in viale Romagna e lì incontravo tutte le posizioni politiche possibili.
Piano piano il peso di Pietro I iniziò a scendere nel gruppo dirigente del movimento e, di fatto, i rapporti da tenere con quello che era il MS di Scienze di allora divenne un tema di contrasto tra di noi. Pietro era contrario ad entrarvi perché dietro vi vedeva AO. Noi invece pur non essendo ancora entrati in AO (ma Carlo F sì) eravamo favorevoli. Anche Sandro M era contrario per gli stessi motivi di Pietro, ma lui però propendeva per il MS della Statale. A questo elemento conflittuale si univa anche il fatto che mentre noi eravamo favorevoli allo sviluppo di una linea che sposava il tema dell’unità operai-studenti, Pietro, contrario, contrapponeva una linea tutta studentesca. Risultato di tale dibattito fu che Pietro si allontanò da noi isolandosi anche rispetto a tutto il movimento.
Più tardi fecero la stessa cosa fece anche Beppe R (ma per altri motivi) e quando poi confluimmo nel MS Scienze anche Sandro M.
Nell’estate del 1969, io, Pepè Marco T, Roberto C (grande chitarrista e conoscitore di canzoni popolari) e Sandro M decidemmo di andare insieme in vacanza per una settimana a Montepulciano dove stava una nostra compagna di chimica (Gabriella) che allora aveva una relazione con Pepè.
Formalmente andavamo li a Montepulciano insieme per studiare in gruppo la teoria del partito in Lenin”. Gabriella ci procurò come alloggio una specie di piedaterre di suoi amici che era proprio sulle mura della città. Il locale non aveva letti, non aveva cucina, ma fu un a vacanza bellissima e, a dispetto del fatto che dormivamo per terra, ci divertimmo tantissimo e non studiammo per niente la teoria del partito. Nei miei ricordi è stata una vacanza magica che è passata come un lampo tra grandi discussioni e soprattutto grandi bevute.
Con il nuovo anno accademico le iscrizioni portarono a chimica molti diplomati di istituti tecnici e, tra questi anche Guido Morano e Rudy F. La tendenza alla crescita delle iscrizioni dei periti, che era iniziata già nella seconda metà degli anni ’60, si era ulteriormente accentuata e i nuovi iscritti erano molto più spostati a sinistra rispetto al passato. Ora la parte conservatrice degli studenti di chimica era decisamente minoritaria e per cui in una assemblea convocata proprio allo scopo fu deciso di confluire nell’assemblea generale di scienze. E così fu.
(9/1/2009)
Un ricordo di Guido Paracchini (Pepè)
Sull' ala dei ricordi vorrei una mano per ricostruire uno dei primi eventi del '68 a Chimica di cui ho un ricordo molto impreciso.
Credo risalga alla fine del '68, prima della occupazione di chimica. Ricordo una assemblea dell'UNURI ( credo l'ultima), tenuta presso l'aula magna, inaugurata dal Prof. Malatesta con i rappresentanti degli organismi rappresentativi ormai moribondi. Era presente per Chimica o forse Scienze un certo Amorese, credo repubblicano, che purtroppo ritengo sia la stessa persona morta suicida a Lodi negli anni di tangentopoli, ormai nelle fila del PSI.
C'erano parecchi studenti del nascente movimento provenienti da molte città. Dopo l'intervento di Malatesta, iniziò la contestazione che finì con la sospensione dell'asssemblea dell'Unuri e la continuazione con interventi di compagni del movimento. Ricordo, in particolare, la presenza di Mauro Rostagno, che allora non conoscevo, ma mi parve come una delle teste più brillanti e ironiche presenti in quell'occasione. L'incontro finì a notte fonda con discussioni di piccoli gruppi sempre a Chimica, o forse dormimmo in Istituto.
(19/12/2008)
Ho letto con interesse perché mi ha ricordato Pietro I e Beppe R. Pietro in seguito si è specializzato in "cabriolet", gran lavoratore, ha anche fondato una ditta, fallita nel 2016. Sosteneva di aver letto 20,000 libri, quasi uno al giorno da quando era nato. Con Beppe si giocava in coppia a bridge, a Milano 2, in un circolo in corso Buenos Aires dove c'era il prof. Favini, al Circolo Industriali di via Manzoni. Poi è finito alla corte di Giorgetto Squinzi, di gran lunga il chimico industriale di maggior successo. Bei tempi!