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Uso questo aggettivo in senso strettamente etimologico nel senso di una cosa che non c'è mai stata.
Non si sa ancora se la cosa si farà, ma nella storia della Repubblica italiana si tratta di una alleanza inedita che mette insieme le due forze che hanno rappresentato il rinnovamento agli occhi della maggioranza assoluta degli elettori italiani.
Molte cose dividono la Lega e i 5 stelle: elementi di programnma economico-sociale, orientamenti di politica estera; genesi dei due movimenti; distribuzione geografica dei consensi; composizione sociale degli elettorati; tematiche dei diritti civili; visione dello stato sociale.
Altre cose uniscono la Lega e i 5 stelle: spirito di rottura rispetto all'establishment; atteggiamento critico nei confronti dell'Europa.
Così, nei prossimi due o tre giorni i rispettivi gruppi dirigenti dovranno procedere ad una ricognizione per verificare se si riesce a mettere insieme una piattaforma di governo e dovranno anche fare i conti con un Mattarella che non intende fare sconti sulle questioni per le quali esistono vincoli di natura internazionale o costituzionale.
Di pari passo si dovrà affrontare la questione del nome del Prersidente del Consiglio che non potrà essere, per ragioni di reciproco bilanciamento nè Salvini nè Di Majo, ma essendo difficile che si possa trovare una personalità terza sufficientemente affidabile ci sarà da sciogliere il nodo tra Roberto Fico e Giancarlo Giorgetti e questa scelta si porterà dietro, a catena, quella del ministro della Economia, degli Interni e degli Esteri.
Siamo alla emergenza democratica? Secondo me no; sarebbe stato molto più grave andare allo scioglimento delle Camere a 3 mesi dal voto. Se faranno il governo avremo un governo che rispetta l'esito del voto ed è inutile e sbagliato stracciarsi le vesti su questo punto.
Le cose che ho scritto un paio di giorni fa sul fatto che in Italia c'è comunque da sciogliere il nodo delle riforme istituzionali continuo a pensarle e questa inedita maggioranza dovrà comunque pronunciarsi in proposito perché questioni come il rapporto tra i tre poteri dello stato, la perdita di ruolo del parlamento, l'invadenza della magistratura, la complessità e farraginosità delle procedure di produzione delle leggi, la invadenza delle burocrazie ministeriali e dei consiglieri di stato, il tema del presidenzialismo e della connessa legge elettorale, non si risolvono automaticamente perché c'è una nuova maggioranza.
Berlusconi ha fatto il signore ma il cosa si fa del centro destra è un altro dei problemi grossi come una casa: i deputati della Lega sono stati eletti dentro un patto di coalizione e, anche se la operazione di distacco avviene in maniera soft e consensuale, di distacco si tratta.
C'è infine un ultimo elemento: Lega e 5 stelle diventano alleati ma non sono convergenti strategicamente; sono costretti a governare insieme da uno stato di necessità. L'esperienza ci dice che quando si governa vengono al pettine i nodi veri, si evidenziano le cose non dette, le forze politiche, tutte, cambiano pelle, le contraddizioni esplodono (la storia della sinistra antagonista, socialdemocratica e con variante PD sta lì a dimostrarlo). Aspettiamoci dunque sia una navigazione con necessità continue di riaggiustamento del tiro, sia fratture all'interno delle forze politiche.