I bonifici, la purezza, gli slogan, la realtà – di Bruno Petrucci
La libertà non è star sopra un albero ….. Una nota e bellissima canzone di Gaber. Oggi la modificherei sostituendo onestà a libertà.
Non voglio unirmi al facile tiro al bersaglio sui 5 stelle, no, come sempre si esagera. No, vorrei solo sottolineare il fatto che nessuno è puro per DNA o per scelta politica. Tutti siamo soggetti a tensione e chi di noi non ha mai pagato qualcosa in nero, scagli pure la prima pietra.
Perciò mi hanno fatto sempre sorridere (e incazzare) i 5 stelle. Per quella purezza ridicola e stantia di chi si crede al di sopra del mondo, delle sue meschinità. Il mondo ci avvolge e ci condiziona, come tutte le esperienze che attraversiamo dalla nascita alla morte. Come pensare che il male riguardi solo gli altri?
Non è un discorso che riguarda solo i 5 Stelle; pensiamo alle accuse di tradimento, di imborghesimento, da sinistra più a sinistra, o a quelle di estremismo, di personalismo rivolte in senso inverso. Vi ricordate Allonsanfant, un bel film dei Taviani di molti anni fa?
Raccontava la storia di un rivoluzionario borghese che dopo una cruenta repressione rifluisce nel dolce abbandono della sua villa in campagna e viene raggiunto dai suoi ex compagni che lo ritrascinano fastidiosamente in un vortice di lotta da cui lui cerca di sfuggire. Come lo capivo, pur non avendo alcuna villa, né servitù canterina, quando ho voltato le spalle alla militanza, mi sono abbandonato al lavoro trovando in esso la principale ragione di vita.
Tradimento? Forse sì ma anche stanchezza di dover obbedire all’imperativo categorico di lottare per un mondo più giusto tramite ricette stantie, forse che fare studi per strade o dighe migliori o per trovare acqua per chi non ne ha o ne ha poca non è un modo per fare un mondo migliore? E comunque penso a qualcuno che, magari in una situazione economica difficile, si è trovato a dire ma in fondo sono soldi miei, che male c’è se per una volta o due me li tengo invece di donarli alla causa?. Espulso con disonore.
Le rivoluzioni non prevedono la pietà, il perdono. Come a Kronstadt i bolscevichi massacrarono gli anarchici o come lo fecero in Spagna. Ci deve essere un modo più umano di essere giusti, ma non lo abbiamo trovato ancora. Perciò cari amici che guardate ai 5 Stelle come io guardavo 50 anni fa al nostro movimento del 68 imparate ad essere umani, smettetela di marciare in schiere compatte illuminate frontalmente dall’ennesimo sole nascente, accettate la realtà come complessità che nessuna parola d’ordine elementare può modificare seriamente.
Sedetevi a riflettere come cerca di fare chi sa che problemi complessi richiedono soluzioni lunghe e complesse e che non esistono strumenti (partiti o movimenti) perfetti cui potersi affidare ciecamente. Non voglio dare soluzioni; io continuo a ritenere che tra le varie imperfezioni che si agitano scompostamente e ridicolamente in questa campagna elettorale il PD contenga in sé il germe del possibile cambiamento della realtà e di sé stesso, mentre non lo vedo nella destra, né per ora nel movimento 5S, né nella eterogenea formazione di Liberi e Uguali.
Puzzano di marcio il primo, di latte il secondo e di stantio il terzo. Non ho capito bene di cosa puzza il PD, forse di incertezza nella strategia e di eccessiva disinvoltura nella tattica, ma è l’unica puzza che riesco a sopportare.
Un’ultima cosa: sono convinto che stiamo evolvendo verso diverse forme di organizzazione politica e tra qualche anno, meno di una decina, non ci sarà più nessuno degli attuali raggruppamenti. La realtà corre troppo ed i partiti attuali non sono in grado di fare fronte ai continui cambiamenti che la realtà impone. Credo che l’idea di una democrazia via web, sia una strada percorribile e positiva purché affrontata con sufficiente umiltà e attenzione e con molta più trasparenza di quella 5S, senza sbandierare ridicole votazioni, che oggi non arrivano nemmeno allo 0.05% della popolazione, come garanzia democratica. Però l’averci pensato è un merito che riconosco a Casaleggio ed ai 5S.