Un mese in Vietnam – di Roberto Ceriani – 14 Hoi An e il sito archeologico di My Son
L’hotel di Hoi An è un po’ fuori dal centro. Ci danno gratis due biciclette: una con i freni a Scarpa, l’altra con i freni a Speranza!
La città vecchia è un piccolo gioiello risparmiato dai bombardamenti americani. Piccole costruzioni in legno e numerosi templi costeggiano piccole vie che non intimoriscono le centinaia di motociclisti i cui clacson fanno il possibile, e ci riescono bene, per superare il rumore dei motori…
A Hoi An stasera festeggiano la Luna Piena e la città vecchia diventa off-limits al traffico a motore. Sembra incredibile: quando si fa buio non circola più una sola moto e dobbiamo lasciare fuori anche le nostre biciclette. Non c'è un solo poliziotto che impedisce alle moto di circolare e non si vede neanche uno sbarramento o un cartello di divieto, ma tutti obbediscono a questo silenzioso coprifuoco pedonale. Miracoli della Luna Piena?
Quasi tutti gli abitanti spengono le luci elettriche, tranne le lanterne colorate, e accendono candele nelle case, nei bar e nei negozi. Il fiume, illuminato dalla Luna, è percorso da barche a remi piene di candele accese collocate dietro a fogli di carta colorata.
Sulla riva del fiume camminano centinaia di persone; verrebbe voglia di parlare sottovoce per non tradire questa magica atmosfera.Tutti i passanti accendono candeline racchiuse in leggeri cartoni piegati in modo da poter galleggiare sull’acqua del fiume. L’atmosfera è suggestiva e molto poetica. Fra le centinaia di piccole candele galleggianti sul fiume ci sono anche le nostre due: trasportano desideri segreti che solo la Luna ha il diritto di ascoltare…
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Le statistiche demografiche descrivono i vietnamiti come uno dei popoli meno religiosi al mondo. L’impressione che si ha qui è però diversa; sembra un popolo piuttosto religioso. Non è solo il gran numero di templi induisti e buddisti o di chiese cristiane a farlo pensare; quello che più colpisce è quanti vietnamiti preghino dovunque, quanti altarini privati si vedano negli hotel, nei bar e nei negozi, quanto sia facile vedere gente che si ferma a pregare nei templi o anche solo di fronte a rovine archeologiche il cui valore religioso sembrerebbe ormai dimenticato.
È anche facile vedere in giro bonzi buddisti con il tipico vestito arancione; ne ho visto anche uno in grigio-azzurro e ho pensato che avesse fatto il bucato-colore con l’acqua calda! Scherzi a parte, sembra che le statistiche sulla religione siano affette da un “errore di accondiscendenza”, come se le risposte fornite durante le indagini fossero falsate in modo da rendere contenti i rappresentanti di un potere che professa ufficialmente l’Ateismo di Stato.
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My Son è un sito archeologico interessantissimo. Decine di antichi templi testimoniano la presenza di una civiltà antica altamente organizzata.
Oggi rimane poco di My Son. Gli americani hanno sganciato sul sito archeologico cinque bombe ad alto potenziale che hanno lasciato altrettanti crateri con un diametro di 25-30 metri, profondi una decina di metri.
Oggi l’Unesco ha dichiarato My Son patrimonio dell’Umanità e sono in corso varie opere di restauro e ricostruzione, finanziate da vari Paesi fra cui la Polonia e l’Italia. Sarebbe gradito anche qualche dollaro USA, ma forse è chiedere troppo a chi pretende che il Messico paghi il Muro antimessicano. È già tanto che gli americani non chiedono ai vietnamiti il rimborso del costo delle bombe con cui li hanno colpiti…
(14 continua) trovate qui le diverse puntate 1) Il museo della rivoluzione – 2) Le case verticali – 3) La lingua – 4) La guerra di Indocina – 5) Il popolo delle montagne – 6 I turisti e la lingua inglese – 7 Lo zio Ho – 8 Un salto in Cambogia – 9) Hotel cambogiani – 10) Hue cibo di strada e sicurezza – 11) Hue la fotofobia – 12) Hue la Cittadella – 13) L'autobus notturno verso Ha Lang e le fabbriche