dedicato a Cinzia Mion con cui ho discusso di integrazione – di Franco De Anna
Finito seminario per Dirigenti Scolastici siciliani organizzato da Proteo Fare Sapere a Taormina. Son tornati a casa tutti, spero se non soddisfatti almeno meditativi. So di rischiare di dire cose sgradevoli su “Scuola e Mezzogiorno” e non mi tiro indietro (il mio “mestiere” è quello, non la mediazione…).
Tutti a casa, sicchè mi ritrovo a cena solo, come ogni bravo “commesso viaggiatore” in una Taormina che sembra la rappresentazione moltiplicata di uno “struscio” del centro di tante nostre piccole-medie città… una vera e propria folla che passeggia.. ammira, si ammira e fa ammirare… (rispetto allo struscio cittadino la pelle delle signore è assai più scoperta, e ciò lascia il segno… inutile far finta per “politicamente corretto”).
Fine cena, (capisco che occupare da singolo un tavolo intero, sia un vulnus ai criteri di efficienza della “impresa” ristorante) un gentilissimo cameriere mi chiede se posso spostarmi in un tavolo vicino: deve riunire due tavoli contigui per ospitare una famiglia…Dapprima dico che sto semplicemente andandomene, ma lui, molto professionale insiste “si accomodi qui” (un tavolo vicino” “le offro un amaro..”. (quasi a compensazione dell’incomodo).
Un bravo chitarrista sta accompagnando la cena dei tanti clienti con gentili armonie… non “canzoni cantate” ma pezzi anche classici adattati e offerti come accompagnamento all’impegno fondamentale cui sono dedicate le tante persone presenti: non “mangiare” (nessuno dei presenti ne avrebbe davvero bisogno) ma “gustare” i cibi e la compagnia… (tranne me che, come tutti i commessi viaggiatori, son solo..).
Sicchè cedo alla lusinga… probabilmente in mio latente alcoolismo aiuta.. mi seggo poco più in là a gustare l’amaro e ascoltare musica… Ma poi arriva la “famiglia” (secondo me l’ha convocata Cinzia Mion..) Sono sei, quattro neri e due bianchi… ricostruisco nel mio immaginario: un padre (biondo, corpulento come un ex atleta, un’aria “placida” e rassicurante) un figlio (l’immagine del padre da giovane). Una “seconda compagna” nera e bellissima… con una sorella più giovane (altrettanto bella e nera) e due figli di lei, ragazzini, maschi e femmina, altrettanto belli… (nel confronto “estetico” i bianchi escono nettamente sconfitti…).
Non so che fare: mi verrebbe da parlare con loro, chiedere, interrogare, capire… ma non so…Sottilmente indotto dalla voglia di verificare se la mia “ricostruzione” coincide con la loro storia “vera”. Sommessamente dico al cameriere che “mai ho ceduto un posto più volentieri”, e non per “beneficenza o altruismo” ma per onore e riconoscimento alla bellezza… Lui sorride e ne conviene: una bella famiglia… “l’amaro glielo offro io” mi fa… L’impulso a fotografare è irresistibile… “fotografo e mando a Cinzia” mi dico… e per fortuna a volte mi vengono pensieri che non condivido… bello sarebbe provare a parlare… chiedere… conoscere. Ma forse più bello ancora sarebbe considerare la cosa “normale” (ahimè non lo è, in senso statistico ovviamente…). Lascia perdere la foto, basta la memoria e le parole…
Ma non è finita: il “chitarrista” depone lo strumento, fa una piccola incursione in cucina e ne esce con un bel piatto di pasta condito con molluschi e crostacei e lo “attacca” compiaciuto…Provo con lui, e con circospezione, a commentare “l’integrazione interculturale” con il suo “mistero di storia non raccontata” che emerge dall’immagine/immaginario del tavolo vicino. E’ entusiasta (si vede che non è un salviniano…)… preso dalla musica non se ne era accorto e tosto pone mano allo smartphone…anche lui, di primo impulso, vorrebbe fotografare… lo fermo, attaccando discorso, e subito, scrutandomi “che mestiere fai?”… non mi nascondo e neppure lui. E’ un insegnante (ruolo) di musica, in una sperimentazione di indirizzo musicale… non è niente affatto impressionato “dall’ispettore” ed anzi mi racconta tutti i problemi e le difficoltà di una sperimentazione che però lo entusiasma. Qualche battuta polemica su suo Dirigente Scolastico, che però “ci sta”.
La sua presenza qui è dovuta al piacere di suonare in pubblico ed a una “buona cena” con l’oste suo amico di una vita… Una serata iniziata da “commesso viaggiatore” solitario, finisce con pensieri confortanti sul mondo e sugli umani. Dei problemi e della loro gravità ne ho parlato nel pomeriggio e non ho nascosto sgradevoli e preoccupanti dubbi… Ma l’unica scommessa che possiamo fare, cara Cinzia, è la speranza…