Un mese in Vietnam – di Roberto Ceriani – 8 un salto in Cambogia
Forse per vederlo con la mente occorre un esempio. Si può immaginare la Basilica di San Pietro con a fianco Notre Dame de Paris e lì vicino Santa Croce di Firenze, la Grande Moschea di Cordoba, la Certosa di Chartre, Saint Paul di Londra, il Duomo di Milano e la Sagrada Familia di Barcellona… Tutta la migliore arte sacra europea in pochi kmq.
Più o meno questa è l’impressione che deriva visitando Angkor Wat in Cambogia. In 400 kmq, in mezzo alla jungla (jungla un po’ addomesticata a dire il vero…), si concentrano decine e decine di templi buddisti e induisti (qualche tempio è condiviso dalle due religioni… in “CodeSharing”). Uno di questi templi è considerato la più grande costruzione religiosa al mondo.
Questa meraviglia è stata scoperta a metà ‘800, dopo secoli di abbandono che hanno permesso alla vegetazione di coprire ogni costruzione e conservare il tutto più o meno intatto. Ancora oggi alberi enormi affondano radici immense all’interno delle costruzioni e non possono essere abbattuti senza fare cadere le mura.
Fino a 30 anni fa qui dominavano i Khmer Rossi, una specie di ISIS “di sinistra” protetti dalla Cina in funzione antivietnamita (più filosovietici). A differenza dell’ISIS i Khmer Rossi si limitarono a minare la zona dei templi senza però distruggerli… l’ho sempre detto io che la Sinistra è il meglio!?
La visita a questa città, costruita fra il decimo e il quindicesimo secolo, occupa due giornate a bordo di un tuk-tuk, una specie di carrozza da Cenerentola trainata da una moto. In caso di pioggia il rimorchio si chiude come una tenda da campeggio e somiglia a una carrozza ottocentesca.
Visitando il museo di Angkor scopro che l’impero Khmer era un grande regno, importante per tutta la storia dell’Asia. Devo ammettere che non ne sapevo nulla! A scuola non mi hanno detto niente e in seguito non mi sono informato. Penso a Gassman nel film “La grande guerra” quando diceva “Mi scusi signor tenente se la mia ignoranza non è pari alla sua…”
In realtà avevo provato questo senso di inadeguatezza già visitando ad Hanoi il Tempio della Letteratura, cioè l’Università Confuciana che risale all’anno mille circa, prima della fondazione dell’Università di Bologna che credevo fosse la più antica…
Il museo è molto moderno, ben spiegato e ricco di intelligenti servizi multimediali. In una sala sono conservate mille statue di Buddah. L’ingresso costa 12 dollari, il doppio di una cena completa al ristorante. Mi domando se qui la cultura vale molto o se ieri abbiamo mangiato frittura di scimmia. La bellezza del museo mi tranquillizza sulla cultura; mi resta però qualche dubbio sulla cena…
Visitiamo una scuola professionale di artigianato. Fa parte di un complesso di decine di scuole simili in cui i giovani imparano a tramandare le migliori tecniche artigianali locali. Vediamo studenti occupati a scolpire pietre, intarsiare legno, battere alluminio… L’occhio del Preside vede subito che manca l’estintore, le sedie non sono a norma e i ragazzi non hanno occhiali protettivi e guanti antiallergici… Ma per fortuna qui non c’è la ASL, quindi i ragazzi imparano qualche cosa…
( 8 continua) trovate qui le diverse puntate 1) Il museo della rivoluzione – 2) Le case verticali – 3) La lingua – 4) La guerra di Indocina – 5) Il popolo delle montagne – 6 I turisti e la lingua inglese – 7 Lo zio Ho