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A proposito di collegialità — 1 commento

  1. Caro Claudio,

     

    a mio parere agli esami di maturità non capita qualcosa di molto diverso da quello che capita ai normali scrutini: vengono al pettine i nodi di diverse concezioni della scuola (oltre che le idiosincrasie di ciascuna personalità, ma questo è un altro discorso). L'unica differenza è che agli scrutini conosci già i colleghi e sai che cosa puoi aspettarti da ciascuno di loro, agli esami lavori con persone sconosciute. Quante volte capita il caso di studenti che hanno voti ottimi in alcune discipline e pessimi in altre?

    Schematizzando al massimo (con tutto il danno che questo comporta) credo che ci siano due grosse correnti di pensiero. La prima è quella che chiamo "scuola restitutiva". E' la corrente prevalente nei docenti di materie umanistiche. Io ti faccio lezione e tu prendi appunti; poi ti dò da studiare una cinquantina di pagine (quante volte ci siamo sentiti dire "prof, vorrei giustificarmi, non ho potuto studiare perché avevo una montagna di pagine da leggere per la materia X") e alla fine valuto quanto tu studente mi restituisci di tutto quello che ti ho dato. La seconda … beh, per la seconda non ho ancora trovato un nome; qualche suggerimento? Comunque la seconda visione è questa: io ti dò una forchetta e un piatto di spaghetti. Poi la mia valutazione non è sul fatto che tu studente mi restituisca queste due cose, ma sul fatto che tu mi faccia vedere se hai imparato a usare la forchetta per mangiare gli spaghetti.

    E' una filosofia completamente diversa, ed è quella prevalente nelle materie scientifiche. O almeno, dovrebbe esserlo (secondo me, beninteso); per dirla tutta, ho la sensazione che in moltissimi casi la Fisica venisse e venga tuttora insegnata con lo spirito "restitutivo", vista l'ondata di proteste che ha accompagnato la "minaccia" di inserirla nella seconda prova scritta allo scientifico. E ho la sensazione che anche in Scienze la filosofia restitutiva non sia minoritaria.

    Il punto è: non sarebbe possibile inserire almeno un po' della seconda logica anche nelle materie umanistiche? Secondo me sì, e ci sono colleghi che lo fanno, e in quei casi c'è una correlazione molto più forte tra i voti nelle varie materie. Ma lo fanno per loro iniziativa personale, non certo perché vi sia un qualunque tipo di pressione su di loro che li spinga in questa direzione.

    Mi fermo qui, si potrebbe continuare ancora a lungo ma credo di aver dato una vaga idea di come la penso.

     

    Ah dimenticavo: gli esami. Io li abolirei, secondo me non hanno senso. O meglio, abolirei gli esami di stato. "Io" scuola X, dò questa valutazione dell'alunno Pierino Rossi, e me ne prendo la responsabilità. Dall'altro lato "io", università Y, voglio valutare se Pierino Rossi è idoneo a frequentare i miei corsi, e per fare questo prendo in considerazione la valutazione della scuola X, di cui conosco la maggiore o minore serietà, e per sovrappiù lo sottopongo ad un esame di ammissione. Infine io, Pierino Rossi, decido se tentare l'ammissione all'università Y, dove so che sono molto esigenti, o a quella Z, dove sono di manica un po' più larga. Ognuno si prende le proprie responsabilità e fa le proprie scelte, in perfetta trasparenza.

    Così invece non c'è assolutamente nessuna uniformità tra i voti dati da varie scuole e soprattutto non c'è nessuna assunzione di responsabilità da parte di chicchessia.

    Ma anche questo è un discorso molto lungo …

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