La sinistra del MA … e quella del FARE
La cosa che più mi piaceva dei primi tempi del governo Renzi erano le riunioni alle 7:30 a.m.
A sentire le discussioni su congresso sì ma … congresso no ma … elezioni sì ma … elezioni no ma … mi scappa la poesia.
Torno ai fondamentali che dicevo anche prima del referendum: se non vincono i sì la legislatura è finita, perché dopo il risultato ambiguo di quelle politiche poteva esistere solo sulla base di un patti per fare le riforme, Renzi si dimette da presidente del consiglio, si fa la legge elettorale e si vota.
Continuo a pensarla così e penso che farsi logorare da dentro e da fuori sia una stupidaggine.
Si faccia il congresso se la minoranza lo chiede e sia su un solo punto: quale politica deve fare il PD per puntare alla maggioranza ? Fuor di metafora: dobbiamo sorridere alla CGIL (mentre i lavoratori votano Lega e 5 stelle) perché così prescrive il bon ton o dobbiamo conquistare l'elettorato moderato?
Se invece si punta a ridiscutere tutto, a un documento a tesi da 300 pagine giusto per allungare il brodo sappiano i masticatori di elastici, quelli del mumble-mumble, che nel PD ci sono tanti iscritti che non ne possono più dei loro giochetti e questa storia del congresso che dura alcuni mesi fa parte dei riti inventati per perdere tempo e logorare Renzi e distruggere il PD.
E adesso mi ascolto la riunione della Direzione; sperando in bene.