un SI’ che viene da sinistra
Perché votare SI’?
Si fa una gran confusione nell’esporre le ragioni del NO, prime fra tutte quella di sovrapporre il piano etico-politico a quello organizzativo-politico proposto dal quesito referendario.
A tutti coloro che fanno riferimento ai valori della destra e vedono nel referendum lo strumento per delegittimare il governo e cogliere l’occasione per costringerlo alle dimissioni e imporre al Capo dello Stato nuove elezioni non ho nulla da dire, tanto sono lontani i miei valori dai loro, se non che la loro posizione in difesa della costituzione è puramente strumentale e con la difesa dei principi costituzionali non hanno niente a che fare.
E’ chiaro a tutti, principalmente a loro stessi, che la difesa dei valori costituzionali non è nei programmi fondativi del partito di Salvini né tanto meno sono paladini della carta costituzionale nata dalla Resistenza le formazioni neo fasciste e/o pesantemente nazionaliste come Casa Pound o il partito della Meloni.
A tutti quelli che si riconoscono nei valori della sinistra e sono orientati più o meno convintamente a votare per il NO vorrei, invece, rammentare alcune questioni.
- Sono realmente convinti che questa proposta di modifica della Costituzione nei termini espressi nel quesito referendario metta in serio pericolo e sia una minaccia alla democrazia nel nostro Paese?
Non è forse molto più pericoloso finalizzare il voto alla caduta del Governo con il rischio, non tanto remoto, di una vittoria del M5S, forza politica di nessuna affidabilità democratica?
- non è tempo che la Sinistra si vaccini contro il suo male più oscuro e più vecchio, il male del settarismo in cui la gara all’essere più puri, più giusti e più veri ( rispetto a cosa?) ormai da cento anni è la causa della sua sconfitta storica e ricorrente sia a livello italiano che internazionale?
Quelli come me che hanno un minimo di esperienza politica non possono che rammaricarsi di aver sprecato tempo, energie e passione in diatribe inconcludenti e alla fine tragicamente perdenti e vedere oggi riaffacciarsi gli stessi spettri con tutti i loro orpelli di fanatismo e arroganza. La Storia, quella lontana e quella vicina, non ha insegnato niente?
- la difesa dei principi fondamentali della costituzione è fuori discussione, anzi siamo consapevoli che alcuni di essi sono ben lungi da essere applicati o consolidati, ma cosa c’entra con la retorica dei Padri Fondatori? Quei padri, a suo tempo, furono accusati in modo infantile di aver mediato ed essere scesi a compromessi inaccettabili, addirittura tacciati di tradimento di una rivoluzione mai cominciata e assai improbabile.
Si tratta oggi di adeguare l’organizzazione dello Stato ai tempi di internet. Ci incazziamo quando il nostro computer ritarda di qualche millisecondo la connessione e si vuole riproporre, anzi non abbandonare le procedure legislative nate più di 70 anni fa, in un altro mondo, in un’altra epoca.
Al tempo in cui si scriveva con la cannuccia, il pennino, il calamaio e si asciugava con la carta assorbente… i nostri figli non sanno neanche cosa siano queste cose. Se il mondo attorno a noi corre, il restare fermi significa inesorabilmente arretrare e forse il nostro Paese ha già perso il treno della storia; spero solo di no!
- Sgombrato il campo dell’argomentazione della difesa della Costituzione, pura retorica, vediamo il vero motivo per cui tanti compagni di vecchie lotte e tanti giovani in cui vivono sentimenti riconducibili alla Sinistra sono propensi a votare NO e continuiamo con i nostri punti,
Penso che la ragione principale che spinga tanta parte degli elettori che si definiscono di sinistra a votare NO stia nel fatto di non riconoscersi nell’azione politica del governo Renzi, anzi nel non riconoscere Renzi come esponente non solo della sinistra, ma neanche annoverarlo nella compagine di centrosinistra; un traditore insomma, un venduto e, massimo dell’ostracismo, peggio di Berlusconi.
Ritengo questa analisi piuttosto superficiale e infantile ( nel senso leninista del termine) che porta di conseguenza a bollare come traditori o venduti ( i più benevoli, come rincitrulliti ) milioni di militanti che hanno fatto la storia della sinistra in questi ultimi decenni ( almeno quattro ).
Non solo, la ritengo anche forviante: non siamo chiamati ad esprimerci e confrontarci sulla linea politica del Partito Democratico e sulle sue strategie di governo, ma solamente e semplicemente sulla semplificazione organizzativa dello Stato che vogliamo consegnare ai nostri figli e ai nostri nipoti.
La lotta politica e il confronto dialettico li si esercita nelle sedi opportune. Renzi dopo il fallimento dei D’Alema e dei Bersani ha semplicemente ottenuto, con la sua proposta politica, la maggioranza nelle istanze del PD. Chi non è d’accordo con lui, o peggio, lo considera una iattura per la sinistra e per il Paese elabori proposte politiche e strategie di governo tali da ottenere la maggioranza nel PD e soprattutto così convincenti da farci vincere le prossime elezioni politiche.
Ma tutto questo, cari amici e compagni, cosa c’entra con il referendum?
Una postilla tanto per concludere. Mi auguro che si recuperi, almeno un po’, la categoria del dubbio che sta alla base del pensiero razionale e si resista alla sirena del dogmatismo e della “verità” per non farsi trascinare nel furore iconoclasta del distruggere tutto a cui tanti giovani prestano ormai troppa attenzione.