il clima della Leopolda
E’ piovuto a dirotto a Firenze sulla Leopolda numero 7, ma a dispetto degli eventi atmosferici anche quest’anno il variegato popolo renziano si è ritrovato in gran numero a partecipare ad un evento che ormai fa parte dell’agenda politica del Paese.
Un’idea originale, quella della Leopolda, che permette di avvicinare al PD, e lo si percepiva chiaramente ascoltando la gente presente all’iniziativa, persone che mai entrerebbero in una sezione di Partito a discutere di politica con la relazione del segretario, il dibattito e le conclusioni dello stesso segretario; che palle !
Si può dire, prendendo a prestito un linguaggio molto datato ma che rende bene l’idea, che la Leopolda è di fatto “un grande organismo di massa” partecipato da persone che fanno riferimento al PD pur non facendone parte.
“E adesso il futuro” è stato lo slogan di questo 2016 enunciato anche quattro grandi pannelli, con frasi di Eleanor Roosvelt, John Fitzgerald Kennedy, Tim Berners Lee, l’informatico inglese inventore di Internet, e Nelson Mandela, appesi alle pareti delle due grandi sale di questo edificio ultimato nel 1848 ed adibito per 13 anni a stazione del capoluogo toscano della linea ferroviaria Firenze-Livorno; una con tanti tavoli rotondi per le riunioni dei gruppi di lavoro sui vari temi dell’attualità politica, l’altra per i momenti assembleari generali.
Alla Leopolda la gente ha discusso per ore con molta passione, assieme a Ministri e non, ai tavoli tematici: giovani, meno giovani, iscritti al PD, simpatizzanti del Pd renziano, “cani sciolti”. Un’atmosfera di grande partecipazione, composta. "E' lo stile Leopolda, ha detto qualcuno, noi non si fischia nessuno pur distante dalle nostre posizioni “ anche quando sui grandi schermi è comparso in un video Massimo D’Alema, che comunque ( meritato, lo dice chi scrive) qualche fischio se l’è preso, ad auspicare la vittoria del NO ed a spiegare che in sei mesi varerebbe, in caso di sconfitta del Sì, una vera nuova Riforma Costituzionale.
“Ma dov’era negli ultimi anni” ha detto una donna di mezza età sorridendo. “ E poi tecnicamente, pur prendendo per buono quello che dice, in sei mesi non si potrebbe fare nulla: è una bufala grande come una casa” ha aggiunto un altro. Costituzionalista di tutto rispetto.
Solo brusio e qualche battuta sarcastica anche quando, dopo D’Alema, sono apparsi invece in video a sostenere il NO Di Maio, Di Battista, Travaglio etc. le cui tesi sono state “smontate” da quattro esperti estensori della Riforma presenti in sala.
Con Bersani il popolo di Renzi è sembrato manifestare invece piuttosto l’amarezza per le ultime prese di posizione assunte, sopratutto quella di fare campagna attiva per il NO. A sorpresa il più duro con Bersani è stato un uomo solitamente pacato come Paolo Gentiloni, il ministro degli Esteri: “siamo stanchi di queste prediche su chi è di sinistra e no; prediche che vengono da chi è paladino della ditta solo quando la controlla lui”.
“Come si fa a dire che è una Riforma voluta da una sola persona – aggiungevano altri – se è stata votata sei volte in Parlamento, anche da Bersani, ed ha subito 122 modifiche al testo originario proposto dal Governo”.
“Sul referendum fateci domande cattive – invitavano nel frattempo dal palco la Boschi e Richetti – siamo tutti qui per cercare di dare delle risposte puntuali a tutte le critiche costruttive".
Ma il popolo renziano pare anche sentirsi sotto assedio ; dai nemici di sempre e dagli amici, o almeno da quelli che considerava tali. All’ingresso una delle persone che registravano chi partecipava all’evento invitava a fare una donazione libera per i terremotati aggiungendo “non andate subito in sala, vi faccio prima la ricevuta perché se no dicono tutti che i soldi se li mette in tasca Matteo”.
Il terremoto ed i migranti sono stati altri temi che hanno occupato questa Leopolda. Bellissimo e toccante l’intervento dell’imprenditore Brunello Cucinelli con il progetto di recupero della “sua” Norcia “. E a seguire quello del sindaco di Lampedusa.
E poi giovani, tanti giovani provenienti da tutto il Paese. E poi lavoratori, studenti, imprenditori, professionisti che hanno parlato delle loro esperienze e dei loro progetti assieme a chi si è messo per due anni, a costo zero , “al servizio del paese”. Come Andrea Guerra, ex CEO di Luxottica, e Diego Piacentini, ex Senior Vice President di Amazon, oggi Commissario alla digitalizzazione.
In chiusura di giornata arrivano in sala due notizie: una buona ed una cattiva. Quella buona è l’accordo firmato anche da Cuperlo sulle modifiche all’Italicum (“abbiamo ottenuto quello che vogliamo ora voterò sì” dice il leader della minoranza). Quella non buona è il racconto, fatto da un sindaco Nardella visibilmente preoccupato e scosso, degli scontri tra manifestanti di un sedicente gruppo “Firenze per il NO”, che voleva marciare sulla Leopolda, e la Polizia. Scontri avvenuti a Firenze lontano dalla Leopolda e non appena fuori come hanno scritto e fatto intendere molti mezzi di comunicazione.
“Adesso non si parlerà che degli scontri – dicono i partecipanti della Leopolda – mettendo in secondo piano i temi importanti che abbiamo discusso. E’ un vero peccato”.
“La strada è in salita ma noi andiamo avanti determinati e sorridenti” aggiunge una giovane signora “presente a tutte le Leopolde sin dal 2010”.
Ce ne vorrà di determinazione. Intanto per sabato prossimo 12 novembre a Firenze, nella storica Piazza Santa Croce, sono in arrivo Salvini e la sua band per un raduno nazionale. Speriamo che Dante, lì presente con una statua collocata nel 1865, seicentesimo anniversario della nascita del Sommo Poeta, illumini il popolo lumbard.