mi è passata la voglia
di questi tempi … mi è passata la voglia di scrivere di politica. Non mi capacito di un abbassamento di livello che sa di barbarie, ma anche di eterogenesi dei fini; vorresti difendere una tesi, realizzare un obiettivo e ti ritrovi a produrre l'effetto contrario.
Qualche mese fa mi sono impegnato in un lavoro di documentazione sulla riforma costituzionale sperando che la cosa potesse essere di una qualche utilità, ma vedo che continuano ad essere prevalenti lo spirito di crociata e il non ascolto reciproco.
Mi impressionano quelli che stanno leggendo frettolosamente il progetto di riforma costituzionale e che, del tutto digiuni di diritto pubblico e di diritto costituzionale, avanzano obiezioni risibili pur di dire che qualcosa non va e così criticano persino le cose introdotte per migliorare il quadro; valga per tutti la soglia delle 800 mila firme nei referendum che consente di abbassare il quorum al 50% dei votanti delle precedenti elezioni. Oppure, se gli fai presente che, portando le firme da 50 a 150 mila, le leggi di iniziativa popolare saranno obbligatoriamente discusse, cosa che attualmente non avviene, ti dicono che però la cosa è rinviata ai regolamenti paramentari (e dunque non se ne farà nulla) e dimostrano di non sapere che se un obbligo sta in costituzione il parlamento lo deve fare proprio.
Qualche giorno fa sono usciti dei dati positivi sulla occupazione. Sono aumentati gli occupati, ma è anche aumentato il tasso di disoccupazione perché è diminuito il numero degli sfiduciati e gente che non lo faceva si è messa a cercare lavoro e dunque rientra tra i disoccupatii. E' un dato positivo da due punti di vista, e invece no, va tutto male, colpa del governo.
C'è, in una certa sinistra chiassosa ed impegnata, un clima che mi dava fastidio quando ce l'avevano con Berlusconi, figuriamoci oggi. La Boschi è figlia di un dio minore e per di più è carina, bisogna dimostrare che Renzi è un buffone e allora qualsiasi argomento è buono: battere il ferro finchè è caldo e non importa se il ferro che di batte è l'Italia e la mazza che si usa è quella dell'istigazione all'odio o quella del qualunquismo; tutto fa brodo.
Hanno scritto che dietro il ricorso di Onida (già Presidente della Corte Costituzionale e impegnato nella battaglia del no) avverso la legge sui referendum ci sarebbe Renzi che spera in un rinvio; lo hanno detto e scritto anche a proposito del terremoto. E mi sono tornate in mente le polemiche di quando nella foga di un discorso gli scappò "battaglia di Marzabotto" invece di "strage di Marzabotto": ironie, ingiurie, inviti a studiare la storia, buffone…
Agnese Landini Renzi è stata svillaneggiata perché ha accompagnato il marito nella visita di Stato negli Usa, non in un viaggio alle Maldive, perché è entrata in ruolo (abilitata nel 2007) come altri 90 mila, perché ha avuto la sede a Firenze (ma la sede nella località desiderata l'hanno avuta persone con il 30% del suo punteggio e certe procedure sono pubbliche). Si è discusso se Agnese Landini, per andare negli USA, avesse avuto ferie o permesso e se la cosa fosse stata opportuna.
Alcuni ex dirigenti del movimento del 68 organizzazo una assemblea "68 per il sì"; apriti cielo; ma chi siete? ma con quale diritto? ma chi vi conosce? io voto no; siete strumentali; non dovevate farlo; Capanna ha detto no. Non ho potuto andare alla assemblea di Milano ma mi hanno fatto venire la voglia di scrivere il mio intervento a posteriori. Dovessi farlo lo leggerete su "Pensieri in Libertà". Penso che spiegare razionalmente il passaggio dall'ansia di rovesciare il mondo ad un approdo riformatore, potrebbe essere interessante. Il diritto ad esprimersi non ha invece bisogno di aggiunte o motivazioni.
Qualche giorni fa sono stato alla manifestazione di Piazza del Popolo a Roma e come tutti quelli arrivati da fuori sono arrivato abbastanza presto, intorno alle 14. Alle 14 c'era poca gente, erano arrivati solo i Toscani (con i pulman), qualche Emiliano e i Milanesi con il treno speciale. In quel momento in piazza c'erano meno di diecimila persone, poi pian piano sono aumentate e alla fine la piazza era quasi piena. Secondo me erano un po' meno di cinquantamila e dunque, sul piano dei numeri, non è stato un trionfo ma neanche una debacle. E' stato un pomeriggio bello per le cose che sono state dette dalle 14 alle 17: animatori di startup, imprenditori,Sindaci (di Lampedusa, delle aree del terremoto, di Milano), lavoratori del manifatturiero, della scuola e della sanità, artisti. Per chi c'era è stata una occasione per respirare spirito positivo, l'Italia che cerca di migliorarsi, e alle 17 è salito sul palco Matteo Renzi. A proposito dei costi, non so gli altri, noi di Siena abbiamo versato 13 euroa testa (10 per il pulman e 3 per i biglietti del metrò).
Hanno scritto di tutto: era solo sul palco, l'uomo solo al comando, qualcuno è arrivato a fare paragoni con il balcone di Palazzo Venezia. Avessero fatto lo sforzo di documentarsi avrebbero scoperto che era stato così per tutti, per l'intero pomeriggio; c'era questo grande palco e alle spalle un maxischermo che consentiva a tutti di vedere; sono finiti i tempi degli schieramenti di apparato con i dinosauri seduti in bella mostra; è cambiato il modo di organizzare le manifestazioni politiche e non ci sono più quei comizi retorici, con le pause, i saliscendi nel tono della voce in cui si raccontano cose scontate (mi pare che siano rimaste una specialità dei soli leader siindacali, Susanna Camusso in testa): noi da qui vi diciamo che i lavoratori …
Renzi ha dato la carica ai presenti e lo ha fatto nel suo stile sempre spiazzante in cui non c'è posto per la retorica. E' stato molto applaudito quando ha invitato a diminuire i dibattiti tra addetti ai lavori e ha invitato a riscoprire la dimensione domestico-conviviale. L'hanno subito buttata sulle cene in pizzeria e invece l'idea è stata quella di riscoprire il rapporto con chi ti sta a fianco, coinvolgerlo, discutere in una logica molto diversa da quella dei talk show, quella della contiguità, del vicinato.
Alcuni amici, anche molto cari, insistono sulla necessità di ritornare a parlare al nostro popolo; in quel nostro popolo mi ci metto anche io, uno che ha vissuto con disagio la mancanza di coraggio, il cattivo rapporto con il PSI, le oscillazioni giustizialiste, la scarsa cultura istituzionale, la difesa di bandiere indifendibili. Il mondo del comunismo italiano ha reagito in modo cauto e tiepido alla fine storica del comunismo, ha esitato in nome della diversità e ci sono voluti anni per arrivare al PD (nuova concezione della politica, cultura di governo, spirito riformatore). I cambiamenti possibili il nostro governo li ha fatti, nel mondo del lavoro, nella scuola, sul terreno dei diritti, nella pubblica amministrazione e ora siamo alla riforma delle riforme.
Manca un mese; mi auguro che passi in fretta; non faccio previsioni perché, da essere razionale quale sono, sono tendenzialmente pessimista; mi auguro che la si pianti di stimolare l'isteria antipolitica che, a crescere, ci pensa da sola e che il consenso venga costruito intorno a due idee: cambiamento e modernità. L'ho già scritto altre volte in caso di sconfitta non crolla il mondo, ma la sconfitta non è cancellabile dicendo domani è un altro giorno; chi lo dice sa di raccontare il falso; ci deve essere un passaggio di mano e il modo democratico per farlo è quello delle elezioni dopo aver sistemato la legge elettorale per il Senato.
A quelli che dicono, ma vincerebbero i 5 stelle, ma i 5 stelle non sanno governare, dico solo ci avete lavorato e adesso tenetevi il risultato e continuate a ridere con Vauro.