HomeCulturaInquietudini, brexit, populismi europei, Trump – dove va la democrazia?

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Inquietudini, brexit, populismi europei, Trump – dove va la democrazia? — 1 commento

  1. Marini: Non c'è un concetto una osservazione una valutazione che io condivida. Mi sembra scritto da uno che non conosce per niente l'Italia.
    Cominelli: Se le tue osservazioni fossero più precise, ne potrei trarre giovamento. Ho capito solo che non sei d'accordo. Ma a me inetressa il perchè!
    Cereda: io leggo sempre con interesse gli articoli di Cominelli mentre li sistemo per la pubblicazione, soprattutto sul versante delle suggestioni. Leggo, assorbo in parte, lascio che l'inconscio rielabori; questa volta devo dire che sarebbe stata opportuna unamaggiore cura formale. Vi è piaciuta l'immagine?
    Marini: Come promesso, finita la raccolta delle olive, ho riletto con attenzione quanto scritto e correggo il mio pensiero. Quando ci si trova in disaccordo sui primi punti di un testo si tende a leggere il resto con mente prevenuta. E in effetti il punto di disaccordo iniziale riguarda la frase: “Inglesi, americani, francesi e tedeschi paiono disporre di sistemi istituzionali capaci di resistere ai venti che scuotono i loro sistemi politici.” Ecco mi sembra che Inghilterra e USA non siano proprio in questa situazione, considerando gli ulteriori turbamenti sulla brexit (necessità del voto parlamentare, irritazione crescente degli Scozzesi) e le recenti dichiarazioni di Trump, pronto a mettere a ferro e fuoco il sistema se vince la Clinton. Il discorso su Francia e Germania è molto diverso, essendo esposti a problemi molto diversi tra loro: in Francia l'attacco del terrorismo, mentre in Germania tutto appare assai più complicato.
    In Germania troviamo crescita (per ora contenuta a livello nazionale) di aggregazioni neo-naziste o di destra estrema e politiche di apertura verso l'accoglienza dei migranti, rigidità di politica economica che avvantaggia la sola Germania e appeasement con la Turchia e in parte con la Russia (in poche parole al momento non capisco la politica tedesca).
    Quindi lo scenario non è così chiaro e lineare. E per quanto riguarda l'Italia affermare che "l'istituzione Governo è debole" non è del tutto accurato.
    Abbiamo visto che il Governo è riuscito a imporre leggi sul lavoro avendo contro il sindacato, leggi di riforma del sistema bancario, avendone contro l'establishment, leggi di riforma della scuola avendo contro gli insegnanti e ancora il sindacato, leggi sui diritti sociali avendo contro la Chiesa e i suoi apparati.
    Quel che appare è che il Governo è riuscito e può riuscire, pur con le maggioranze intricate attuali, a varare leggi anche molto innovative. Quel che manca è una cosa diversa che purtroppo tendiamo troppo spesso a trascurare.
    Una volta varate le leggi devono poi navigare e raggiungere il porto. La navigazione è assicurata dagli apparati amministrativi e burocratici dello Stato, che in generale remano contro o non remano affatto.
    Quando andiamo a confrontare la situazione Italiana con quella di USA, Francia, Inghilterra trascuriamo lo stato degli apparati amministrativi solidissimo in questi Paesi, e nel nostro? Nel nostro non direi fragilissimo, anzi è solidissimo ma completamente autoreferenziale.
    Superata la scadenza del referendum, qualunque sia il risultato mi piacerebbe che il PD si domandasse come cambiare questo aspetto assolutamente centrale della realtà italiana. La brava Madia è stata lasciata troppo sola nel suo tentativo di riformare la burocrazia. I piani di digitalizzazione, pur doverosi, non risolvono il problema anche se accendono speranze. Il vero problema è proprio quello di attuare una nuova "rottamazione".
    Ecco che il Sì al referendum riceve una nuova motivazione: cominciare a cambiare il procedimento legislativo significa mettere in moto un processo che se ben condotto può avviare un cambiamento del sistema burocratico

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