I puntini sulle i – quello che mi colpisce nella discussione su Sì e No
Roberto Ceriani, ritornato dal suo giro nelle Filippine di cui avete letto le simpatiche corrispondenze ha incominciato ad occuparsi di referendum costituzionale. Lo ha fatto prima in sordina, poi in maniera via via più decisa dedicandosi ad una passione cara ai fisici: discutere delle cose un pezzo alla volta e controbattere alle obiezioni entrando nel merito e portando i numeri, quando servono.
In questo articolo si riportano in ordine cronologico le sue note e mi sa tanto che ne seguiranno altre (C.C).
6 settembre – il referendum spiegato facile facile
Sono stufo di sentire slogan per il SI o per il NO.
Sembra che il problema sia il futuro di Renzi (che mi interessa poco), mentre dobbiamo decidere il futuro di milioni di giovani (che mi interessa molto).
Ho bisogno di capire COSA andremo a votare, cosa succederà se vincerà il SI o il NO, cosa cambierà e cosa resterà uguale.
La propaganda ignora queste domande, quindi cerco risposte altrove. Per ora ho trovato due fonti informative molto chiare. Chiedo ai miei amici di condividerne altre, preferibilmente poco propagandistiche e molto informative.
1) pagina web la stessa medaglia – il referendum spiegato facile facile
Lettura facilissima. E' scritta da giovani volonterosi che spiegano ogni variazione costituzionale proposta, chiarendo cosa succede se vince il SI e cosa succede se vince il NO
2) libro "Come cambia la Costituzione?" di M. D'Amico, G. Arconzo, S. Leone editore G. Giappichelli, 13,00 euro (su Amazon 11,05 euro).
Lettura comprensibile al 90%. Scritto da Docenti e Ricercatori di Diritto Costituzionale.
Chiarisce molto bene i motivi della non eleggibilità del Senato, le modifiche ai poteri delle Regioni, i nuovi rapporti fra Parlamento e Governo, le nuove regole sul Referendum, i rapporti fra Costituzione e Legge Elettorale.
La cosa più interessante è che spiega in modo semplice le diverse motivazioni dei punti controversi e chiarisce quali problemi restano ancora senza risposta.
Contiene anche i testi delle due Costituzioni affiancati, in modo da rendere chiarissimo, per i non competenti come me, cosa cambia e cosa resta uguale.
Totale 96 pagine (+ 42 pagine per le Costituzioni affiancate)
14 settembre – gli strumenti di partecipazione
Leggo che uno dei motivi del NO al Referendum Costituzionale è che verrebbe introdotta "una limitazione che rende più difficile esprimere la volontà popolare nei referendum". La cosa mi preoccupa quindi mi sono informato.
COSA DICE LA NUOVA COSTITUZIONE – L'art. 75 della "vecchia" Costituzione dice che il Referendum abrogativo può essere indetto con 500.000 firme, o da 5 Consigli Regionali, e non può riguardare tasse, amnistie o trattati internazionali. La proposta di abrogazione viene approvata a maggioranza se ha partecipato alla votazione "la maggioranza degli aventi diritto". Tutta questa parte RIMANE IDENTICA nell'art. 75 della "nuova" Costituzione.
Nella nuova Costituzione viene aggiunto un comma all'art. 75 che introduce una POSSIBILITÀ AGGIUNTIVA: "nei casi in cui la proposta è stata avanzata da 800.000 elettori", il referendum risulta valido se ha partecipato alla votazione "la maggioranza dei votanti alle ultime elezioni della Camera". ESEMPIO – Al referendum "sulle trivelle" hanno votato 15,8 milioni di elettori pari a circa il 31% dei 50 milioni aventi diritto. Il quorum di 25 milioni di votanti non è stato raggiunto.
Con la nuova Costituzione, se la proposta avesse raggiunto 800.000 firme, il quorum si sarebbe abbassato a circa 17 milioni (il 50% dei 34 milioni di votanti effettivi alla Camera), molto vicino ai 15,8 milioni di votanti.
CONSEGUENZE – Con la vecchia Costituzione i "favorevoli alle trivelle", non votando, hanno ottenuto facilmente l'annullamento del referendum: infatti era facile aggiungersi ai milioni di non votanti per astensionismo fisiologico. Con la nuova Costituzione probabilmente nessuno avrebbe giocato questa facile carta: i "favorevoli alle trivelle" sarebbero stati costretti a votare e avremmo visto quale schieramento era effettivamente in maggioranza.
In pratica, con la vecchia Costituzione quasi tutti i referendum sono destinati a fallire. Con la nuova Costituzione il referendum può tornare a essere uno strumento di democrazia diretta.
- NOTA 1 – Dal 1990 a oggi abbiamo avuto 12 referendum, ma solo in tre casi (1993, 1995, 2011) è stato raggiunto il quorum. Con la nuova Costituzione molti dei 9 referendum falliti avrebbero raggiunto il quorum, almeno nei casi di argomenti tanto importanti da ritenere possibile raggiungere 800.000 firme.
- NOTA 2 – Per il referendum sul divorzio sono state raccolte quasi 800.000 firme quando la popolazione era molto inferiore, i mezzi di comunicazione ben più difficili di oggi e occorreva un Notaio in ogni banchetto. Oggi, al confronto, raccogliere 800.000 firme è uno scherzo. E' invece difficile raccoglierle per referendum poco sentiti (esempio: i 4 referendum contro la Buona Scuola). Questo dovrebbe fare riflettere chi propone referendum destinati a fallire in partenza.
- NOTA 3 – L'art. 71 della nuova Costituzione introduce il "Referendum propositivo", oggi inesistente.
DOMANDA – "Perché c'è ancora chi dice che la nuova Costituzione introduce limitazioni nei referendum?"
18 settembre: ancora sulla partecipazione
"Voto NO al Referendum perché hanno triplicato le firme necessarie per proporre una Legge". Quando ho letto questo post mi sono preoccupato e mi sono informato.
COSA DICE LA COSTITUZIONE ATTUALE
L'art. 71 della "vecchia" Costituzione dice che il popolo può proporre una legge se raccoglie 50.000 firme. La cosa è poco nota, ma negli ultimi 15 anni sono state proposte 149 leggi di iniziativa popolare (lo 0,36% delle 41.677 leggi di iniziativa parlamentare).
Purtroppo solo 4 di queste proposte popolari (l'1,98%) sono state discusse e approvate. Il problema è che oggi non esiste alcun obbligo per il Parlamento di discutere le proposte di legge di iniziativa popolare, quindi la maggior parte delle raccolte di firme non ha alcun effetto.
COSA DICE LA NUOVA COSTITUZIONE L'art. 71 della "nuova" Costituzione eleva a 150.000 il numero di firme necessarie, ma aggiunge la frase "La discussione e la deliberazione conclusiva sulle proposte di legge d'iniziativa popolare sono GARANTITE nei tempi, nelle forme e nei limiti stabiliti dai regolamenti parlamentari".
In pratica le 50.000 firme previste nel 1948 (popolazione di 45 milioni di abitanti) salgono a 150.000 (60 milioni di abitanti), ma "in cambio" viene GARANTITO che la proposta verrà discussa e le firme non saranno state sprecate.
DOMANDE AGLI AMICI DEL NO
- – ricordate a memoria un solo caso di Legge di iniziativa popolare proposta negli ultimi 15 anni?
- – avete pensato alla possibilità di raccogliere firme per 10-15 leggi di iniziativa popolare durante la raccolta firme per un Referendum?
- – riuscite a immaginare l'effetto politico-mediatico di una discussione parlamentare OBBLIGATORIA delle proposte di Legge presentate con le firme che avete raccolto?
- – siete sicuri di voler rinunciare a queste possibilità?
21 settembre: le province
Spesso sento amici lamentarsi che "non hanno ancora eliminato le province". Quando lo dice uno che voterà NO rispondo: "Perché ti lamenti? Sei tu che le vuoi mantenere!".
Poi gli spiego che le Province NON POSSONO essere abolite completamente oggi, perché sono previste dalla Costituzione attuale (art. 114: "La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle Città Metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato"). La nuova Costituzione, invece, riscrive l'art. 114 in modo identico, togliendo le parole "dalle province", che così escono definitivamente dalla Costituzione.
Se vincerà il NO qualunque legge che stabilisse l'eliminazione definitiva delle province sarebbe immediatamente dichiarata ANTICOSTITUZIONALE. Oggi si possono solo ridurre alcuni poteri delle province. Per eliminarle definitivamente occorre cambiare la "Costituzione più bella del mondo" che, almeno su questo punto, è però un po' bruttina…
Con la vittoria del NO questa parte della Costituzione resterà bruttina per altri 30 anni (a meno di credere alla favola che oggi bocciamo la Costituzione e fra 5-10 anni ne faremo una migliore!). Se vincerà il SI sarà possibile iniziare veramente a eliminare le province, anche se sarà un processo lungo e complesso. Se vincerà il NO questo processo non potrà nemmeno iniziare.
DOMANDA PER GLI AMICI DEL NO
Sapete dire quali sono gli articoli della nuova Costituzione che vi fanno decidere di votare NO?
22 settembre – la Corte Costituzionale e i suoi poteri
Alcuni giorni fa la Corte Costituzionale ha deciso di rinviare il giudizio di costituzionalità sulla legge elettorale attualmente in vigore. Non so dire se ha fatto bene o male, ma so che CON LA NUOVA COSTITUZIONE QUESTO RINVIO SAREBBE STATO IMPOSSIBILE.
Infatti l'art. 73 della nuova Costituzione definisce precise regole sul giudizio di costituzionalità per le leggi elettorali. Provo a riassumerle.
- – una volta approvata, una nuova legge elettorale NON PUÒ ESSERE PROMULGATA PER 10 GIORNI
- – in questi 10 giorni un quarto dei Deputati, o un terzo dei Senatori, possono chiedere alla Corte Costituzionale un GIUDIZIO PREVENTIVO (oggi è impossibile) sulla costituzionalità di tale legge
- – la Corte DEVE RISPONDERE ENTRO 30 GIORNI
- – la nuova legge non ha valore fino a quando la Corte non si è espressa
- – se la Corte esprime parere negativo la nuova legge elettorale non può essere promulgata
NOTA
Oggi 5 giudici della Corte sono nominati da Deputati e Senatori in seduta comune. Invece la riforma prevede che, separatamente, i Deputati ne eleggano 3 e i Senatori 2. Molti affermano che i 3 giudici eletti dalla Camera sarebbero "eletti solo da chi vince le elezioni".
Un semplice calcolo dimostra il contrario. Il minimo di deputati necessario per eleggere un giudice è di tre quinti (dal quarto scrutinio in poi), cioè 378 deputati. Ammesso pure che resti in vigore l'Italicum, che prevede un premio di maggioranza di 340 seggi, occorrerà sempre un accordo con la minoranza per trovare i 38 voti mancanti.
SOLITA DOMANDA PER GLI AMICI DEL NO
Sapete dire quali sono gli articoli della nuova Costituzione che vi fanno decidere di votare NO?
24 settembre – io sono un coglione
Io sono un coglione. Lo afferma il volantino qui allegato, che alcuni sostenitori del NO diffondono in rete nelle pagine dedicate al NO. E' scritto per Roberto Benigni ma vale anche per me, non solo perché mi chiamo Roberto. Anch'io nel 2006 ho votato NO alle modifiche della Costituzione e ora voterò SI.
Incoerenza? Ragioniamo: nel 2006 il Referendum Costituzionale riguardava modifiche proposte da forze di destra che oggi voteranno NO. Le modifiche principali erano:
- – aumento dei poteri delle Regioni; oggi si vota per diminuirli
- – riduzione limitata del numero di parlamentari. Al posto dei 945 attuali ne erano previsti 770 (dopo due legislature!): 518 deputati e 252 senatori. Oggi ne sono previsti (per la prossima legislatura) 630 pagati alla Camera e 100 non pagati al Senato
- – mantenimento del sistema bicamerale egualitario con il Senato elettivo, che continuava a dare la fiducia al Governo. Oggi, avendo perso questo ruolo politico fondamentale, sarebbe assurdo votare per i Senatori
- – aumento dei poteri del Primo Ministro. La riforma attuale non apporta modifiche
- – aumento a 7 dei giudici costituzionali nominati dal Parlamento: oggi il numero resta 5
- – introduzione di una particolare Autonomia per la città di Roma: stendiamo un pietoso velo sulla Sindaca Raggi…
Sarò pure un coglione, ma essere coerenti non significa votare sempre NO, ma saper ragionare sui contenuti. Quelli del referendum 2006 erano molto diversi da quelli di oggi. E' ovvio che fossero diversi: nessuno è così pazzo da proporre, dopo solo 10 anni, le stesse cose rifiutate da milioni di elettori con un Referendum Costituzionale.
Questo però VARRÀ ANCHE PER I PROSSIMI DECENNI se oggi dovesse vincere il NO.
CARI AMICI DEL NO
- – non vi imbarazza vedere fra le vostre fila certi "sostenitori" come gli insultatori professionisti del volantino qui allegato?
- – avete pensato agli effetti della vostra scelta per i prossimi decenni?
29 settembre – per chi sta all'estero
INFORMAZIONE PER GLI AMICI ITALIANI CHE VIVONO ALL'ESTERO
Chi vive temporaneamente all'estero per almeno tre mesi per motivi di lavoro, studio o cure mediche PUÒ VOTARE AL REFERENDUM COSTITUZIONALE anche se non è iscritto all'AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero). C'è tempo fino all'8 Ottobre per poterlo fare.
DOVE TROVARE INFORMAZIONI DETTAGLIATE
– vedere la pagina http://www.bastaunsi.it/referendum-voto-italiani-estero-se…/
– scrivere alla casella di posta estero@bastaunsi.it
– telefonare dall'Italia al Numero Verde 800894587 (da lunedì a venerdì 10.00-18.00)
– mandare dall'estero un messaggio Whatsapp al numero +39 392 055 6286
1 ottobre – Renzi e Zagrebelsky
Interessante il dibattito Renzi-Zagrebelsky di ieri sera, anche se avrei preferito che un esperto costituzionalista entrasse di più nel merito degli articoli modificati della Costituzione. Su un punto però Zagrebelsky mi ha deluso: ha affermato che "la maggioranza potrà eleggere il Presidente della Repubblica con solo i suoi voti". E' una falsità che merita una spiegazione.
COME VIENE ELETTO IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA L'art. 83 della Costituzione attuale stabilisce che il PdR viene eletto in seduta comune da Camera e Senato (con l'aggiunta di tre delegati di ogni regione) con due terzi dei voti per due scrutini e a maggioranza semplice (50%+1) dal terzo scrutinio in poi.
La riforma mantiene la seduta comune, togliendo i delegati regionali già presenti nel Senato, e stabilisce le seguenti maggioranze:
- – per i primi tre scrutini: due terzi (487 voti)
- – dal quarto al sesto scrutinio: tre quinti (438 voti)
- – dal settimo scrutinio in poi: tre quinti dei soli votanti (il numero necessario varia con gli assenti)
LA NECESSITA' DI UN ACCORDO CON LA MINORANZA
Ammesso pure che resti in vigore l'Italicum, i deputati di maggioranza saranno 340.
Per avere 438 voti occorrono 98 senatori su 100.
Perché la maggioranza possa avere 98 senatori occorre che:
- – TUTTE le regioni siano in mano alla maggioranza
- – i consiglieri regionali abbiano VIOLATO l'art. 57 della nuova Costituzione, non eleggendo senatori della minoranza
- – il PdR precedente abbia nominato tutti i 5 senatori (non più a vita) scegliendoli come espressione della maggioranza
E' evidente che si tratta di condizioni impossibili, quindi il futuro Presidente della Repubblica DOVRÀ essere eletto con un accordo con la minoranza.
IL DIBATTITO RENZI-ZAGREBELSKY Il paradosso è che OGGI, dal terzo scrutinio, "la maggioranza può eleggere il Presidente della Repubblica con solo i suoi voti" (se non avesse il 50%+1 sarebbe minoranza!), mentre in futuro NON POTRÀ FARLO PIÙ. Ma proprio Zagrebelsky doveva dire una sciocchezza del genere?
Renzi ha avuto buon gioco a smentirlo dicendo che "basta la calcolatrice". A questo punto Zagrebelsky è stato costretto ad affermare che "…la maggioranza potrà eleggere il Presidente della Repubblica con solo i suoi voti se, dal settimo scrutinio in poi, la minoranza si ASSENTERÀ DALLE VOTAZIONI applicando una strategia di assenze che permetterebbe di dichiarare che la maggioranza ha eletto il PdR da sola".
Quando ho sentito di questa curiosa "strategia dell'assenza" mi è venuto in mento quando da bambini, durante un litigio, uno di noi si dava un pugno sul naso per poter accusare l'altro di avergli fatto sanguinare le narici… E' vero, lo facevamo! Eravamo bambini, ma poi siamo cresciuti…
La questione del "Presidente della Repubblica eletto con i soli voti della maggioranza" è uno dei cavalli di battaglia di quella parte di sostenitori del NO che si ostinano a lanciare slogan emotivi, privi di base razionale. Non mi stupisce sentirlo dire da un Travaglio qualsiasi, ma da Zagrebelsky proprio non me l'aspettavo!
Per una volta ho apprezzato lo stile di Renzi che, con una frase raffinata che Zagrebelsky ha certamente colto, a differenza della maggior parte degli ascoltatori, gli ha ricordato che il suo libro inizia con una frase del tipo "…i sostenitori del SI enunceranno slogan; noi invece parliamo di fatti". Dopo questo elegante colpo di fioretto Zagrebelsky ha cambiato argomento.
3 ottobre: i sondaggi
Interessantissimo il sondaggio di Pagnoncelli sul Corriere di oggi!
In sintesi dice che il NO dovrebbe vincere con il 52% e, contemporaneamente, il consenso alla Riforma Costituzionale è pari al 65%.
Sembra un dato assurdo, quindi occorre una lettura più approfondita.
I DATI SINTETICI
In sintesi il sondaggio dice che gli intervistati si esprimono al 23% per il SI, al 25% per il NO, mentre l'8% si dichiara indeciso e il 44% non risponde. Il rapporto fra i soli voti espressi (23% e 25%) fornisce il 52% di NO (era 43% in gennaio e 49% in luglio, quindi in crescita).
L'incertezza è ancora molto elevata, tuttavia il dato fornisce la migliore indicazione di tendenza oggi disponibile.
I DATI TERRITORIALI
Il SI risulta in vantaggio nel NordOvest (53%) e nel CentroNord (55%), mentre il NO prevale nel NordEst (52%) e, sopratutto, nel CentroSud (58%) e nel SudIsole (57%).
I VOTI PER APPARTENENZA POLITICA
Il voto referendario, giustamente, risente solo in parte dell'appartenenza politica. E' quindi facile aspettarsi voti referendari in contrasto con le indicazioni del partito di appartenenza.
Come era prevedibile il 19% dei votanti PD voterà NO, insieme al 41% degli elettori di centro, ma si hanno anche sorprese di segno opposto negli elettori degli altri partiti. Infatti voteranno SI il 21% dei leghisti, il 19% dei CinqueStelle e ben il 40% degli elettori di ForzaItalia.
I DATI PIU' INTERESSANTI
L'elemento quasi incredibile del sondaggio è che gli elettori, pur votando prevalentemente NO, risultano in notevole accordo con i CONTENUTI della riforma.
Infatti, chiedendo agli elettori se sono d'accordo o no con ogni singola innovazione proposta dalla nuova Costituzione, risultano percentuali di accordo in grande contraddizione con la scelta del 52% di votare NO.
Ecco le percentuali di accordo ottenute considerando i soli voti espressi:
– 76% sono d'accordo con la riduzione dei senatori da 315 a 100
– 68% con la fine del bicameralismo perfetto
– 73% con la soppressione del CNEL
– 63% con la riduzione del quorum per i referendum
– 61% con il passaggio di alcune competenze dalle regioni allo Stato
– 58% con la soppressione delle province
– 56% con la scelta dei senatori da parte dei consigli regionali
COSA SE NE PUO' DEDURRE
I dati sono dati; da essi ognuno può dedurre le proprie conclusioni.
Le mie riguardano l'importanza di spiegare agli elettori i contenuti della riforma. E' ora di smettere con gli slogan catastrofisti emotivi.
Quelli del SI dovrebbero capire che non serve a nulla dire che se passa il NO ci sarà una terribile crisi economica e cambieranno gli equilibri europei.
Quelli del NO dovrebbero evitare di incoraggiare la diffusa confusione fra Riforma Costituzionale e Legge Elettorale ed evitare frasi del tipo "La Costituzione non può essere cambiata da un Governo non eletto"; quelli che lo dicono (non tutti, per fortuna) dimostrano solo di non conoscere neanche il testo di quella Costituzione che credono di difendere!