bravi Fini e Annunziata
Ottima intervista di Lucia Annunziata a Gianfranco Fini a in mezz’ora su Rai tre.
Il Presidente della Camera si è posto da leader di alto livello e ha marcato in modo molto netto la sua collocazione in un nuovo centro destra da costruire.
Ha spiegato che i tempi dei giochi sono finiti e ora decida il Parlamento dividendosi tra chi vuole andare alle elezioni (chi voterà la fiducia a Berlusconi) e chi vuole continuare la legislatura con un centro destra rilanciato: nuova guida, nuovo programma, maggioranza da limare, ma nell’ambito dell’asse dato. Sul piano personale ha pronosticato la sfiducia.
Annunziata ha fatto di tutto per cavargli dei nomi e la risposta di Fini è stata testarda:
- il nuovo governo avrà una prospettiva più semplice se Berlusconi viene sfiduciato
- l’esperienza ci dice, e lo abbiamo visto in questi giorni, che quando Berlusconi è in difficoltà, dà ragione a tutti pur di rimanere in sella; poi, passata la difficoltà fa solo quello che aveva in testa. Vale per tutti la dichirazione di approvare la riforma della giustizia nel CDM di mercoledì (se avrà la fiducia)
- chi si appresta a votare la fiducia sappia che sta votando per le elezioni anticipate
- non esistono governi tecnici; esistono solo governi politici e con un programma. In questo caso, cosa occorra fare nell’immediato lo hanno già detto i Sindacati e Confindustria (in economia) e la maggioranza degli Italiani a livello istituzionale (la legge elettorale)
Non si può dire che non si sia esposto; ha fatto dichiarazioni verificabili sul piano empirico nel giro di pochi giorni. Io, l’ho scritto più volte in questo blog, preferirei un nuovo governo con una maggioranza di centro destra e un atteggiamento attento e benevolo da parte del PD che concordi alcuni elementi programmatici (dentro o in astensione l’UDC).
Questo richiederebbe al PD di svenarsi ma sarebbe una trasfusione per il bene del paese. Anche perché senza la nuova legge elettorale, al di là dei ben noti problemi di rappresentatività dei parlamentari, oltre ad un premo di maggioanza che scatterebbe sulla base di consensi fortemente minoritari, ci sarebbe un rischio molto serio di avere maggioranze diverse nelle due Camere e dnque saremmo punto d’accapo il giorno dopo le elezioni.
Se la prospettiva dovesse rivelarsi irrealizzabile lo si vedrà abbastanza in fretta la prossima settimana e in quel caso si vada al voto e ci si andrà in un clima decisamente aspro e di concorrenza tra forze politiche non raggruppate in maniera seria, ma al più appiccicate per ragioni di convenienza.