i compiti delle vacanze
Vacanza, dal latino vacare: essere libero, essere sgombro. La discussione potrebbe finire qui; mi riferisco al clamore della lettera di quel genitore di Varese che ha scritto ai professori del figlio per motivare il mancato svolgimento del lavoro estivo (si tratta di passaggio dalla II alla III media).
Scrive papà Peiretti: «Abbiamo fatto lunghe gite in bicicletta, vita di campeggio, gestione della casa e della cucina. Abbiamo costruito la sua nuova scrivania e l’ho aiutato nel suo interesse primario: programmazione ed elettronica». Mi sono chiesto come abbia fatto il signor Marino a dedicare tre mesi del suo tempo al figlio e ho vosto sul Corriere che si tratta di un operaio di 55 anni in cassa integrazione. Finalmente un buon uso della cassa integrazione, invece del lavoro nero, mi sono detto e spero che possa essere altrettanto presente ora che inizia la scuola.
Sulla rete ho letto dei post scatenati contro l'esibizionismo, l'eccesso di protagonismo di questo padre. Non ho le competenze per dare giudizi e non lo faccio, le ho invece per ragionare di compiti delle vacanze e programmi estivi.
Per tutta la mia vita, prima di fare il DS, ho insegnato matematica e fisica alle superiori e da quando nei primi anni 80 si è diffuso il principio della programmazione didattica le mie programmazioni scritte e la loro traduzione orale agli studenti, nel momento in cui ci salutavamo, suonava pressapoco così:
- non ci sono i compiti delle vacanze e valgono le stesse regole che usavamo in corso d'anno: quanto uno si debba esercitare, dipende dal suo stato; io vi dò le tipologie di esercizi ed il materiale didattico compresi testi delle prove scritte corretti e commentati alla luce degli errori e delle incomprensioni più diffuse; per il resto siete persone libere e responsabili e dovete imparare ad autoregolarvi
- quelli di voi che hanno avuto un debito formativo ricevono indicazioni personalizzate (cosa fare, su quali argomenti e con quali livelli e modalità di verifica); sono indicazioni nel vostro interesse e da parte mia è un contratto
- il messaggio che vale per tutti (a Natale, Pasqua e durante l'estate) è che in vacanza si fa prima di tutto vacanza, ci si sente liberi e la cosa importante è non ritornare decerebrati; si ha più tempo libero, si ha la possibilità di fare quello che non si fa nella restante parte dell'anno; fatelo.
- quello che io posso fare è darvi qualche indicazione di lettura visto che avete più tempo; seguiva una bibliografia con un centinaio di titoli divisi per area tematica con una breve sintesi, il livello di difficoltà e il risultato atteso in uscita; erano libri di divulgazione scientifica, filosofia della scienza, storia della scienza, storia e romanzi; nessuna richiesta di relazioni o riassunti da portare a inizio d'anno per alimentare il mercato delle scopiazzature
Nella mia pratica didattica degli anni dal 2001 al 2008, quando ho lavorato con classi di ragazzi che sceglievano di fare l'indirizzo più impegnativo dello scientifico (con più ore complessive e con otto ore di matematica e fisica) ho sempre di più messo l'accento sulla sfida, sul gioco e sulla libertà. Ogni adolescente ha il suo stile cognitivo; c'è chi è più portato alla astrazione, chi lavora con diligenza, chi ama leggere, chi è più sistematico, chi deve costruire le cose con le mani. Non si devono fare troppi sconti in nome della diversità, ma contemporaneamente bisogna saper valorizzare i talenti di ciascuno e stimolarli (è difficile e spesso me ne dimenticavo).
Sotto questo punto di vista I genitori presenti (se lo sono) ne sanno di più dei professori, perché vedono le ansie, le delusioni, gli entusiasmi, i colpi all'autostima. E faccio un salto all'indietro, alla scuola media e alla scuola elementare dove non ho mai insegnato.
Sto vedendo crescere due nipotini arrivati in Italia nel momento della iscrizione a scuola e mi sto rendendo conto di come sia importante il mantenere in esercizio le facoltà intellettuali e la manualità quando non si va a scuola, oltre che nel dosare.
Le maestre sono maestre nel costruire la scuola di ciascuno. I problemi nascono nel passaggio alla scuola media quando le materie si diversificano e si moltiplicano gli interlocutori, mentre nel sangue e nel cervello dei giovani circolano ormoni in quantità, mode, nuove forme di relazione, imitazioni, spirito gregario, il mito di whatsapp (a proposito sino ad ora ho resistito fieramente come feci, a suo tempo, con il cellulare e con tutto ciò che si intromette nella tua vita senza chiedere).
Dunque non vorrei fare la parte del democristiano (oggi si direbbe del Pd), ma credo che la verità stia nel mezzo: le indicazioni estive servono e serve anche un buon rapporto scuola famiglia nel corso del quale il ruolo dei genitori non si limiti alla frase storica (hai fatto i compiti?) ma possa entrare nel merito. Non è facile, perché uno dei punti fermi nel processo di crescita è la maestra (la professoressa) ha sempre ragione e la relazione scuola famglia eve essere virtuosa in senso bidirezionale (ricordarsi che il processo di riconoscimento e liberazione dalla autorità è graduale).
Qui si aprirebbe il capitolo del ruolo del DS che non ha certo nè il tempo nè l'occasione di vedere i dettagli ma non dovrebbe mai dimenticare che la scuola della autonomia è la scuola che nasce, cresce e si sviluppa dentro una comunità di attori con diversi ruoli, diritti e doveri.