“cavallo rosso” non c’è più
Sto leggendo con interesse "Il cavallo rosso" il romanzo autobiografico di Eugenio Corti pubblicato nei primi anni 80. Me l'hanno sempre presentato come il testo base per capire cosa sono e come sono fatti brianzoli.
Alla fine mi sono deciso a prenderlo in biblioteca e prossimamente me lo compererò. L'occasione è stata data dal convegno internazionale tenutosi recentemente in villa Reale e dedicato per l'appunto a Eugenio Corti.
Confermo che "Cavallo Rosso" serve a capire la Brianza, anche se ho dei dubbi sul fatto che una persona nata dopo la metà degli anni 50 possaa apprezzarlo e capirlo nella sua essenza. Viene descritto una realtà economico e sociale in cui si incrociano il mondo contadino e quello industriale della Brianza operosa, produttiva, un po' bigotta, solidale e piena di senso del dovere.
In ogni caso è un mondo che non c'è più, e un po' mi dispiace.
Stamattina sono passato in bici alle 7.10 in una delle piazze centrali del mio paese. Il vento di stanotte aveva fatto cadere l'abete in vaso messo dalla amminstrazione comunale (o dai commercianti) come richiamo natalizio. L'abete ostruiva completamente l'accesso della ciclabile e intorno la vita produttiva di Villasanta era già iniziata in attesa che l'amministrazione comunale provvedesse a rimetterlo in piedi (servivano due adulti di buona volontà).
Quando nevica in ValMalenco vedi mezzo paese fuori a lavorare per sgomberare strade e marciapiedi. Quando nevica a Villasanta vedi qualcuno che libera dalla neve il posto macchina e sposta la neve davanti al passo carraio di un altro.
E' questo il punto. Nel Cavallo Rosso ci sono pagine in cui si raccontano dramma, quotidianità, coraggio ed eroismo durante la ritirata sul Don di alpini e bersaglieri; il resto dell'esercito è allo sfascio e non lotta nemmeno per sopravvivere.
L'Italia si sta lentamente trasformando nel resto dell'esercito e io spero che si fermi in tempo.
P.S.: Il Cavallo Rosso è diviso in tre parti; è lungo ben 1300 pagine e per ora sono dalle parti di pagina 500; il cavallo rosso (40/43) è andato; sto leggendo il cavallo livido (43/45) e sono molto incuriosito da l'albero della vita (46/74) da cui mi aspetto cose abbastanza tremende in chiave politico culturale. Cose tremende perché dovrebbe emergere l'umus profondo del mondo ciellino. Lo leggerò con interesse ed attenzione.