rivoluzione socialista o governo democratico?
Oggi, verso le 11, mi hanno chiamato dal reparto Chirurga dell'Ospedale di Siena per dire che se volevo mi operavano domani.
Mia figlia è in ferie (una settimana), mia moglie è al nord a fare il suo turno di assistenza alla madre e io sto presidiando casa ed animali (da solo). Ho detto a chi telefonava (un medico del reparto) che mi serviva qualche giorno di preavviso e che la prossima settimana sarebbe andata benissimo. Chi mi chiamava non aveva tale potere e siamo rimasti che richiameranno. Gli ho chiesto di riferire a chi mi dovrebbe operare che ho due richieste: 1) un minimo di preavviso 2) l'ernia bilaterale diagnosticata a metà gennaio e che doveva essere operata entro la metà di marzo, sta peggiorando; inizia a rientrare con difficoltà e in un paio di occasioni sono andato vicino alla strozzatura.
Un paio d'ore prima, sarà stato un caso, mi era giunta la lettera della direzione sanitaria che rispondeva alle mie segnalazioni di insoddisfazione del 28 aprile e del 2 maggio (45 giorni per rispondere).
In quelle segnalazioni denunciavo di essere stato trattato in maniera villana dall'ufficio addetto alla programmazione ricoveri cui mi ero rivolto per sapere come mai a tre mesi e mezzo dalla visita in cui mi era stato messo per iscritto che sarei stato operato entro sessanta giorni, tutto taceva.
Chiedevo di poter conoscere con un certo preavviso la data del ricovero e sottolineavo di aver verificato la presenza di gravi elementi di disorganizzazione nella programmazione dei ricoveri (lo stessso ufficio, a distanza di un mese, dava tempi di attesa in crescita anziché in decremento). Non ti chiedo di essere operato domani; hai delle difficoltà? Ne prendo atto, ma mi vuoi dire quanto è lunga la coda e quando presumibilmente l'avrai smaltita? Tra l'altro, in quei giorni mia moglie era in attesa di un interevento oculistico al San Raffaele di Milano e mi premuravo che non ci fosse sovrapposizione. Quell'intervento c'è stato, nei tempi previsti, a metà maggio.
Dopo aver spedito via mail e via fax i due reclami (di cui ho le ricevute di avvenuta lettura) sono rimasto in paziente attesa e, ad un certo punto (visto che non arrivava nemmeno un cenno di riscontro), ho deciso, per ragioni diplomatiche, di starmene buono buono. Avevo spedito tutto anche al consigliere regionale Scaramelli, che presiede la commissione Sanità, e alla sindaca di Monticiano, per conoscenza. Anche da Scaramelli, mutismo e rassegnazione.
Siamo arrivati al 14 giugno e, sempre oggi per domani, sono stato invitato all'ospedale per gli esami di pre-ricovero. Ormai è fatta, mi sono detto, non mi hanno risposto, ma adesso mi operano. Ho fatto tutto e, al termine della visita anestesiologica, la anestesista, dopo avermi detto che era tutto a posto, mi ha congedato dicendomi che entro sessanta giorni sarei stato chiamato. Di nuovo nessuna garanzia sui tempi, ma in compenso l'Azienda Ospedaliera si è fatta frmare una liberatoria in cui accettavo di sobbarcarmi òe sprse di preosèedalizzazione se avessi rinunciato all'intervento.
Ma come? Ancora 60 giorni, mi operano a ferragosto? Mi sembrava di essere finito in un racconto di Kafka; sono andato in reparto alla ricerca del chirurgo; non c'era, ma sono stato ricevuto da una efficiente segretaria che ha preso nota del mio cellulare e del messaggio per il chirurgo (ho bisogno di preavviso, il quadro clinico sta peggiorando).
Più nulla sino ad oggi: la direzione sanitaria si scusa per il ritardo con cui riscontra il mio reclamo, si dichiara dispiaciuta, dice che stanno smaltendo le liste di attesa e che, visto che ho già fatto la preospedalizzazione, il dottor …. procederà all'intervento al più presto. Se non sono soddisfatto posso entro 30 giorni fare un nuovo reclamo alla Commissione Mista Conciliativa: impegni a programmare il ricovero, zero; considerazioni sulla totale disorganizzazione della struttura, zero.
Sono queste le ragioni per cui, ad Enrico Rossi, presidente della Regione, dico di andarci piano sia con la rivoluzione sia con il socialismo; qui non servono le bandiere rosse, la colpa non è del governo, c'è un bel problema di inefficienza in una zienda ospedaliera importante della sua regione, c'è un ufficio di programmazione che non programma e che non ha i poteri per farlo (ma ha il personale, il personale non manca mai). Posso dire che in un qualsiasi comune o ASL della Lombardia mi avrebbero richiamato il giorno dopo? Se no l'URP a cosa serve? Qui invece gli uffici a garanzia del cittadino servono a creare posti di lavoro.
La pazienza è la virtù dei forti, l'unica cosa che si chiede, è un passo piccolo ma importante, non trattare i cittadini come dei sudditi; non importa se ci sono problemi che generano ritardo, il ritardo va gestito; l'importante, di fronte a i problemi, è non prendere per il culo la gente. Per il socialismo, ne riparliamo tra sessanta giorni.e se doveste essere insoddisfatti potete sempre rivolgervi alla Commissione Mista Conciliativa.