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fare l’orto — 2 commenti

  1. Il suo modo di “fare” e di vivere l’orto mi ricorda una splendida poesia di J.L.Borges, intitolata “I giusti”
    Un uomo che coltiva il suo giardino,come
    voleva Voltaire.
    Chi é contento che sulla terra esista la
    musica.
    Chi scopre con piacere una etimologia.
    Due impiegati che in un caffè del sud
    giocano in silenzio agli scacchi.
    Il ceramista che premedita un colore e una
    forma.
    Il tipografo che compone bene questa
    pagina che forse non gli piace.
    Una donna e un uomo che leggono le
    terzine finali di un certo canto.
    Chi accarezza un animale addormentato.
    Chi giustifica o vuole giustificare un male
    che gli hanno fatto.
    Chi é contento che sulla terra ci sia
    Stevenson.
    Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
    Tali persone, che si ignorano, stanno
    salvando il mondo

  2. Complimenti per il tuo rigoglioso orto e per la tua competenza nel gestirlo. È interessante notare che per ottenere dei frutti, e vegetali in genere, di buona qualità o anche semplicemente commestibili occorre molto lavoro: dissodare, seminare, magari concimare, potare, e tutto al momento e nel modo giusti, e poi proteggerli dai parassiti (m'è piaciuta anche l'idea delle tavolette di legno sotto le zucche). Mi chiedo: la natura lasciata a se stessa che ci darebbe allora? 

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