Sala o Parisi, senza scomodare Marx
La discussione intorno al cosa fare al ballottaggio, come sempre quando si tratta di decidere come comportarsi di fronte ad un fatto concreto, fa emergere le differenze, quelle vere.
C’è chi apre la discussione sull’essere di sinistra, chi dice che bisogna votare Sala turandosi il naso, chi sottolinea che Sala e Parisi sono uguali, chi dice che bisogna fermarsi a pensare.
I filosofi hanno soltanto diversamente interpretato il mondo ma si tratta di trasformarlo. Questo era il pensiero di Karl Marx. Fermarsi a pensare ci riporta al pre-marxismo. Non si tratta di stabilire se sia marxista votare per Sala.
E' marxista cercare di trasformare il mondo, non fermarsi a pensarlo. La domanda è: Sala e Parisi vogliono trasformare il mondo? E se sì in che direzione vanno? Condivido questa direzione in tutto o in parte?
- Se la condivido in una piccola parte, questa parte è sufficiente a giustificare l'impegno per quel candidato?
- Gli obiettivi che non condivido migliorano o peggiorano il quadro di trasformazione?
- Semplificheranno o complicheranno una futura possibilità di riprendere il cammino?
- E qualora questi obiettivi negativi fossero vincenti, nei 5 anni che trascorreranno in che direzione si saranno trasformati il mondo e la società italiana e milanese?
- Potrò ancora contribuire a riprendere il cammino o dovrò inventare un percorso nuovo?
Le domande sono tante e complesse. Inoltre trattandosi di un voto con associato un gruppo di potenziali assessori il giudizio deve comprendere l'intera squadra.
Marx non avrebbe mai affidato a Sala o a Parisi il compito di trasformare il mondo. E comunque io mai mi fiderei delle trasformazioni del mondo che questi due signori hanno in mente. Ma il riferimento a Marx non c'entra nulla con quel che dico. E' un riferimento a una metodologia.
Non ci sono alternative ad affidare ad altri il compito di trasformare il mondo, a meno di impegnarsi in prima persona, ma una singola persona può fare assai poco se non agisce come comunità (non uso il termine massa perché riferisce ad una entità amorfa, la comunità invece è strutturata e formula piani concordati e condivisi).
Le comunità in ogni caso richiedono gruppi dirigenti, e i dirigenti sono di fatto espressione delle comunità stesso. Quindi criticare Sala riporta la critica a tutto il mondo della sinistra che non ha saputo esprimere una classe dirigente alternativa a questa.
Una classe dirigente non è tale in quanto si autodefinisce ma in quanto è riconosciuta ed espressa dalla comunità. Questo è il quadro in cui si può agire. Altrimenti si resta a pensare, ma io non ci sto.
Detto questo e considerando che Parisi intende riaprire al traffico il centro storico mentre Sala intende conservarlo ed estenderlo non ho dubbi su chi votare, visto che il traffico cittadino ha impatto sulla qualità della vita e sull'ambiente. Si tratta di un solo punto, ma basta anche un solo punto per decidere.
Daniele Marini
Questo articolo nasce da una discussione iniziata su Facebook e mi è sembrato interessante proporla ai lettori di Pensieri in libertà.
Daniele Marini è un fisico, professore universitario e appartiene a quel gruppo che ha smosso le acque a fisica (a Milano) nel lontano 1968. Con questo articolo inizia la sua collaborazione. Sono in preparazione alcune riflessioni di carattere generale sulla politica e sul mondo.