La testa ben fatta
Sono due anni che sento citare Gramsci e Berlinguer su ogni questione; ora che anche Renzi ha citato Berlinguer come alfiere del monicameralismo la citazione dei padri nobili diventi un tabù e io tiro un sospiro di sollievo.
Il modo corretto di rapportarsi ad un grande pensatore, o ad un grande leader, è cercare di comprenderlo, fargli un posto dentro il nostro impianto culturale e la nostra personalità, tenerne conto e poi continuare ad argomentare e pensare con la propria testa (che si sarà in parte modificata).
Questo modo che ho di rapportarmi ai grandi deriva dalla mia formazione di fisico e ne sono orgoglioso.
Se invece si preferisce argomentare con le citazioni del libretto rosso (quello di Mao) o con i bigliettini dei Baci Perugina, vuol dire che si è poveri dentro. Invece di divorare scatole di Baci bisogna imparare a fare il cioccolato partendo dal cacao. Ne verrà fuori il nostro cioccolato
E' la differenza tra la testa ben piena e la testa ben fatta di Edgar Morin (che riprende un aforisma di Montaigne) e sottolinea l'importanza del misurarsi con il tema della complessità.
Devo dire, leggendo i Quaderni dal Carcere, così pieni di notarelle, di approfondimenti e di contraddizioni, che anche Gramsci la pensava così con buona pace dei nostalgici dell'Ipse Dixit.