la fiera delle banalità
Raramente ho assistito ad un dibattito più surreale di quello sulla gravidanza della Meloni.
All'inizio la Meloni dichiara che non se la sente di candidarsi a Sindaco perché aspetta un bimbo e fa capire che intende vivere a fondo il suo prossimo diventare madre. Bertolaso, mentre Salvini dà fuoco alle polveri, commette l'errore di dire una cosa sensata, ma che non doveva dire, essendo parte in causa.
Si scatena subito l'inferno contro il porco-maschilista che si è permesso di dire ad una donna come deve organizzare la sua vita.
Guai, si pronunciano tutti e tutte, dalla Boldrini a Renzi in nome della non discriminazione e si abbonda con i dettagli autobiografici da cui traspare sempre la figura di una novella Giovanna d'Arco in grado di fare tutto e il contrario di tutto: eroina e santa. In queste occasioni trovo singolare che persone in prima linea nella difesa dei diritti e nella lotta per conquistarne altri (si veda la discussione surreale sulla genitorialità) se ne dimentichino se c'è da fare avanguardia.
Mi sbaglio o l'astensione obbligatoria pre e post partum oltre che un diritto è un obbligo (nell'interesse della madre e del bambino)?
Evidentemente è un obbligo per tutte, ma non per le avanguardie. Trovo strano che chi si batte perché le madri e i genitori abbiano un sostegno nel loro diritto-dovere di stare accanto ai figli se ne dimentichino quando c'è la lotta politica di mezzo.
Qualche anno fa Maria Stella Gelmini, da ministro della Pubblica Istruzione, decise di fare un figlio; ne fui felice, anche se mi domandai come e quanto sarebbe stato sballottato quel bambino. Lo stesso vale per le perplessità di Marianna Madia quando si trovò a dover scegliere se fare il ministro. E' del tutto normale che una donna si chieda ma è giusto? ma ce la farò? perché la battaglia femminista dura un giorno mentre la crescita di un figlio dura un po' di più.
Mi chiedo: perché Meloni ha cambiato opinione e si è imbarcata in una avventura perdente? Probabilmente ci sono state pressioni e sono scattate ambizioni personali rispetto all'ipotesi di chiudere a destra l'era Berlusconi; ma se è così evitiamo di mischiarci questioni di natura ontologica o battaglie femministe.
Mi è decisamente piaciuta la risposta secca data da Virginia Raggi, candidata dei 5 stelle, che, alla ennesima richiesta di dire la sua sulla pancia della Meloni, ha detto, rivolta a giornalisti/e dai microfoni protesi: "Basta con queste domande. Voi siete genitori? Come fate a conciliare il vostro lavoro con quello di papà e mamme. Vi piace questa domanda?"