La Fiorillo, la Iafrate, il ministro, la burocrazia: boom!
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Ho seguito con grande attenzione l'intervista di Lucia Annunziata al pm dei minori Annamaria Fiorillo e questo è quello che ho capito:
- L'intervento del magistrato era obbligatorio e la sua azione non consisteva nell'essere sentita dalla questura per ragioni di buona creanza, ma nel disporre. Come avviene spesso nella pubblica amministrazione la disposizione ha natura verbale e viene poi eseguita in questura dai funzionari cui è stata trasmessa a voce. Ricordo che il PM è fisicamente a casa sua e ha una reperibilità sulle 24 ore con telefono di servizio
- La Fiorillo, in un atto scritto successivo, ha messo dopo una serie di ricordo … anche un non ricordo di aver autorizzato l'affidamento alla Minetti. E oggi precisa: ho sbagliato a non scrivere tra i ricordo ciò che mi sembrava implicito e cioè: ricordo di aver disposto la collocazione in struttura protetta e in sua mancanza la permanenza in questura.
- La ricostruzione di Maroni e le conclusioni di Brutti Liberati si basano sulla dichiarazione dei funzionari che stavano gestendo Ruby: è vero che Fiorillo aveva inizialmente negato l'affido ma poi la dottoressa Iafrate ci ha detto di aver direttamente sistemato la cosa con la Fiorillo. La dottoressa Iafrate è la funzionaria della questura che teneva i rapporti con il caposcorta di Berlusconi e che era anche un suo superiore visto che ha il grado di vicequestore. Fiorillo nega decisamente di essersi accordata con Iafrate e ricorda di essersi trovata di fronte una persona molto rigida, che non ascoltava, come se fosse pressata. Se ho fatto un errore (ma non potevo sapere cosa ci fosse dietro) è stato quello di non chiedere al commissario, se aveva problemi, di passarmi i suoi superiori. Sarà il caso di arrivare ad un confronto sotto giuramento tra Iafrate e Fiorillo visto che non si tratta di una faccenda per cui si possa dire che non si sono intesi. Secondo la Fiorillo ci sono state almeno 6 telefonate. Una delle due mente.
- Il giorno successivo la Fiorillo è smontata dal turno di reperibilità di 24 ore e non si è più occupata del caso. Ciò può sembrare strano ma negli interventi di urgenza basati sulla azione del magistrato reperibile si opera proprio così; si fa il passaggio di consegne tra chi smonta e chi subentra e per Fiorillo il caso era chiuso. Qui sta forse l'inghippo: non si prendono o disfano posizioni di rilevanza penale basandosi sul telefono e sulla mancanza di disposizioni scritte, almeno a posteriori.
Par di capire che il castello di toppe e toppine faticosamente messo insieme da Maroni in Parlamento rischi di saltare. Lucia Annunziata che ha esperienza ha chiesto alla Fiorillo: lo sa vero che potrebbero farle fare la fine di Clementina Forleo e dichiarare che lei è instabile? Lo so, ma faccio il magistrato.