La pizza patrimonio della umanità
Leggo sul sito dell'ANSA e mi viene da piangere.
"L'arte dei pizzaiuoli napoletani", sarà l'unica candidatura Italiana nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'umanità Unesco. Lo ha deciso all'unanimita' la Commissione nazionale italiana per l'Unesco su proposta del Ministero dell'Agricoltura e con il sostegno del Ministero degli Esteri, dell'Universita', dell'Ambiente, dell'Economia. Scelta perché "rappresenta l'Italia in tutto il mondo". "Proseguiamo a valorizzare il made in Italy dopo il grande successo di Expo" commenta il ministro Martina.
Il mercato dei siti UNESCO mi aveva sempre convinto poco, ma qui siamo alla frutta, anzi alla pizza.
E mi raccomando che sia ben cotta, con la mozzarella di Caserta, con il Sammarzano, con il basilico, il grano italiano, l'olio extravergine, l'acqua di Taranto, …Il sale deve essere fatto con l'acqua del Parco marino delle 5 terre. Per il forno a legna solo faggio delle pendici del Vesuvio.
Ci riflettevo proprio qualche giorno fa quando ascoltando l'ennesimo servizio giornalistico che tesseva le lodi del governo, ero rimasto colpito dall'enfasi, dal linguaggio sdolcinato, dai toni stentorei che mi ricordavano i film LUCE dei tempi del DUCE.
Commentavo con mia figlia che gli epigoni sono sempre peggiori dei maestri e che in quel caso si trattava probabilmente di giornalisti di pessima scuola che proliferano in tutti i regimi all'ombra del potere e che, dicevo, secondo me danno fastidio anche a Renzi.
Ma qui i giornalisti non c'entrano; qui c'è quello che, appena fondato il PD, veniva descritto come l'astro nascente della politica lombarda, l'allora giovane segretario regionale Martina e lo sconforto si associa alla tristezza.