il colpo d’ala
Come d’abitudine scelgo di esprimermi a caldo in modo di non farmi influenzare da commenti e dichiarazioni.
Il discorso di Fini è stato ampio, con una prima parte che prescindeva dal dibattito in corso e cercava di dare gambe e identità alla costruzione di un nuovo soggetto politico.
Avendo l’esigenza di smarcarsi ha messo l’accento sugli elementi di identità: laicità, senso dello stato, legalità, società multietnica, identità nazionale, inclusione sociale, patto tra generazioni.
Lo ascoltavo e mi chiedevo: ma che differenza c’è sul piano identitario tra una moderna forza di centro destra e una moderna forza di centro sinistra? Il dubbio mi è rimasto e ho avuto l’impressione che, sul piano identitario, tra le cose che dobbiamo metterci alle spalle del 900 ci sia anche la distinzione culturale tra destra e sinistra.
Rimangono la distinzione sul piano politico e il retaggio delle provenienze: un ex PCI-DS si sente vibrare per la bandiera rossa e per la CGIL, un ex AN si sente vibrare pensando all’Istria e a Fiume. Posso dire che come distinzione mi pare poca cosa?
E arriviamo alla politica; secondo me Fini ha fatto la sua parte. Ha detto:
- non serve il compitino sui 5 punti, ma serve una grosso rilancio politico programmatico che riapra il tema del sogno di cambiare la società
- è importante il concordare tra tutte le forze sociali (tutte) un’idea di cosa fare per far ripartire l’Italia (la ricerca, le nuove politiche contrattuali, l’innovazione); e ha sottolineato che le forze sociali hanno già inziato a farlo anche senza l’azione del governo
- bisogna fare la riforma della legge elettorale
- bisogna riprendere in mano la riforma della costituzione
- bisogna ripristinare l’equilibrio interno al centro destra imbarcando tutto lo schieramento dei moderati in modo di dare alla Lega il peso che si merita (cioè meno di un quarto)
- bisogna che Berlusconi si dimetta spontaneamente e si riapra la prospettiva di governo in una logica del tutto nuova
M paiono delle condizioni inaccettabili per Berlusconi, ma sono state dette con coerenza in una logica da governo di centro destra (chi avrà maggior difficoltà ad accettarle oltre alla Lega sarà proprio il gruppo degli ex AN)
Non sono esattamente le cose che Bersani voleva, ma vanno in quel senso perché:
- o si va ad un centro destra che riprende in mano il timone, scrive una nuova agenda e governa,
- o si va rapidamente alla crisi di governo da cui potrebbe saltar fuori il governo di transizione caro a Bersani che faccia quattro cose essenziali e ci porti poi alle elezioni.
Guardando un po’ in avanti osservo che sarebbe bello un paese in cui i due schieramenti di governo concordano sulle fondamenta dello stato laico e democratico. L’elettore, finalmente, potrebbe votare in un senso o nella’ltro in base alle cose da fare e non alle chiacchiere.
Da oggi pomeriggio mi aspetto Fini alla graticola. Io in anticipo, mentre parlava in radio, me lo sono gustato con polenta e cassoeula.
A proposito: quanta saggezza c’è nelle nostre tradizioni contadine: 0.70 € di farina, 7 € tra costine, salamini verzini e carne mista di maiale, 0.50 € per 2 verze bellissime, 0.50 € tra sedano e carote; facciamo 10 euro compreso il gas. E’ venuto il pranzo di oggi per tre e ho surgelato contenitori per altre tre volte. L’occidente vive al di sopra delle condizioni del mondo e serve un po’ di riequilibrio.