la pezza che allarga il buco
Vi ricordate quando Crozza prendeva bonariamente in giro Tavecchio con la battuta "e sulle suore che portano sfiga non diciamo niente?"; ci ha pensato il presidente della Lega Nazionale Dilettanti (che ha preso il posto di Tavecchio) ad esprimere il tipico machismo da spogliatoi.
Rprendo dal verbale del Consiglio di Dipartimento Calcio Femminile del 5 marzo scorso l'intervento di Felice Belloli presidente della Lega Nazionale Dilettanti: "se il calcio femminile vuole vivere e crescere deve fare affidamento sulle proprie forze senza lamentarsi troppo e senza sperare in aiuti dall'alto. Si apre un breve ma acceso dibattito, chiuso poi da Belloli che afferma –basta non si può sempre parlare di soldi da dare a queste quattro lesbiche-. I lavori proseguono".
Il verbale è agli atti della procura federale e a questo punto, dimenticando che un verbale fa fede sino a querela di falso, dice Belloli "Bisogna dimostrare che ho detto certe parole. Ora lo dimostrino. Avrei detto queste cose? Avrei, appunto… Ora dimostrino che ho detto così… Dicano pure quello che vogliono … Chiedono le mie dimissioni. Non so chi può chiedere le mie dimissioni. Io, in ogni caso, non ho mire politiche. So cosa devo fare".
Di fronte a tanta cultura resta solo da chiedersi cosa sarà stato detto durante il breve ma acceso dibattito. Ogni volta che avvengono violenze negli stadi inizia il piagnisteo sul da farsi ma io mi chiedo: avete provato ad analizzare il linguaggio che usano i telecronisti? Demolire, squassare, fucilata, … E il tono, e le urla, e l'enfasi, …
Il modello dominante è quello del calciatore e la velina e dunque una eventuale calciatrice non può che essere una deviata, una lesbica.