A torto o a ragione – István Szabó
A torto o a ragione (2002) è un film franco-tedesco che tratta della indagine istruttoria compiuta dagli americani nella fase di repulisti a Berlino, dopo la caduta del nazismo, contro il grande direttore d'orchestra Wilhelm Furtwängler accusato dagli americani di non essersene andato dalla Germania nazista e di aver continuato a dirigere l’orchestra dei Berliner Philarmoniker mantenendo un rapporto ambiguo con Goebbels e con Goering.
Ho trovato in rete una bella recensione di Gabriella Alù e rimando ad essa ricca com'è di fotografie, commenti, trama, citazioni e riflessioni e ciò mi consente di risparmiare tempo e lavoro.
Ho visto il film al buio, senza documentarmi e senza leggere recensioni e, man mano che il tempo passava, mi chiedevo: ma sono io ad essere strano o è stato il regista a volerlo? Mi ritrovavo ad indignarmi per metodi e modi di trattare l'imputato che trovavo barbari ed eccessivi e la figura di Furtwängler mi risultava sempre più empatica. Poi ho visto che il film era franco-tedesco e il regista ungherese e ho pensato all'Europa che scricchiolerà un po' ma è sempre l'Europa.
Da una parte c'è il grande direttore, che appare anche un grande intellettuale, e dall'altra il maggiore americano Steve Arnold (Harvey Keitel), un agente d'assicurazione prestato all'esercito e che vorrebbe svolgere il ruolo di un Torquemada duro e puro che scivola continuamente nel fanatismo e nel ridicolo. Abbattuti dal fanatismo e dalla mancanza di cultura e di pietà cadono progressivamente i castelli della giustizia senza se e senza ma e persino i due collaboratori del maggiore (un ufficiale ebreo e una profuga di ritorno dai lager figlia di uno degli attentatori a Hitler) si ritrovano dalla parte di Furtwängler e della complessità. E' un film di cui consiglio la visione al nostro Torquemada Marco Travaglio recentemente passato a dirigere il Fatto quotidiano.
Nelle scene finali si rivedono i fotogrammi finali del vero concerto tenuto da Furtwängler nel 1942 davanti a Hess e a Goebbels con il maestreo che, dopo aver stratto la mano al ministro di Hitler, si passa ripetutamente un fazzoletto da una mano all'altra con la scusa di asgiugarle oppure per ripulirle e non dover fare il saluto nazista.
Naturalmente vi gusterete anche tanta bella musica classica.
Il mio voto: 8