L’ultimo treno (Edges of the Lord): Yurek Bogayevicz
L'ultimo treno (2001) di Yurek Bogayevicz ha avuto titoli diversi a seconda dei paesi in cui è uscito e mi pare che siano tutti più efficaci di quello scelto per l'Italia: Edges of the Lord (originale USA), Hiver 42 au nom des enfants, Hijos de un mismo Dios. Il treno c'è (quello che porta gli ebrei ai campi di sterminio e passa tutte le notti) ma si trova sullo sfondo ed entra in scena solo nel finale. Nelle locandine di quasi tutti i paesi c'è scritto "nella tradizione inaugurata da La Vita è bella" e mi pare che sia così: si guarda alla tragedia con gli occhi di bambini, ma questi bambini, intanto crescono.
Il film me lo sono guardato ieri per una prima volta e, viste le emozioni che ha suscitato in me, me lo sono riguardato stamattina prendendo un po' di appunti. La Shoa è vista con gli occhi degli adolescenti o meglio essa rappresenta il contesto in cui avviene rapidamente il passaggio alla condizione di adulto.
Con l'eccezione del prete (William Defoe che interpreta bene il suo ruolo ma secondo me è, fisicamente, troppo americano) i protagonisti sono dei bambini nella fase di passaggio alla adolescenza (tra i 7 e i 12 anni) e la loro interpretazione è assolutamente di alto livello (in particolare Tolo con la sua faccia innocente, gli occhioni azzurri e la capacità di interpretare la follia con estrema naturalezza).
la storia
Romek vive a Cracovia in una bella casa quando i genitori, che attendono le deportazioni naziste, nel tentativo si salvarlo lo affidano (contro la sua volontà) ad un contadino (Gniecio) che lo farà passare per un lontano parente sfollato per i bombardamenti. Così Romek approda in questo paesino di campagna di cui vediamo panorami grandiosi e in particolare quella che sembra una vecchia cava di marna trasformata in un lago (pareti di calcare, acqua limpida e boschi). Qualche casa qua e là, una chiesa cattolica il cui prete (che conosce la provenienza di Romek) ha il difficile compito di fare da educatore a dei ragazzini tra loro diversi (per sensibilità, cultura e religione).
La famiglia di Gniecio è composta da una moglie, da due figli Vladek (coetaneo di Romek, duro, disincantato e un po' chiuso) e Tolo (sugli 8 anni, che vivrà una sorta di innamoramento mistico nel quale farà da Redentore e Salvatore). C'è poi Maria (anche lei coetanea, ma fisicamente più sviluppata e con i primi turbamenti del sesso) . Accanto alla famiglia di Gniecio c'è quella del vicino Kluba che, a sua volta ha due figli, il minore coetaneo del gruppo e Robal, più grande (sui 15 anni) e senza scrupoli (come il padre).
Gniecio, come molti contadini, nasconde un maiale nella cantina della sua isba e sarà Kluba ad uccidere Gniecio quando vanno insieme in città per venderlo di nascosto. Kluba che ha ucciso per appropriarsi del danaro riporta il cadavere di Gniecio fingend una sparatoria con i tedeschi. Il prete scoprirà la responsabilità di Kluba ma sarà ricattato sul fatto di nascondere un bambino ebreo proprio mentre Romek, di nascosto ascolta la conversazione.
La vita dei 5 ragazzini scorre tra un alternarsi di scene di violenza del mondo esterno e la normalità della vita contadina, il gioco tra adolescenti, le prime pulsioni di sesso,il rapporto con il prete.
Sarà lui, nell'ambito del catechismo a scatenare il progressivo allontanamento dalla realtà da parte di Tolo. Il prete propone un gioco in cui ciascuno dei ragazzi dovrà (estraendo un bastoncino con scritti i nomi) immedesimarsi con uno degli apostoli, documentarsi ed identificarsi con il personaggio. Tolo si accorge che ce ne è uno bianco e decide che sarà il suo, rappresenterà Gesù. Ed è così che Tolo si immerge progressivamente in un altro mondo in cui lui dovrà svolgere il ruolo di redentore, sacrificarsi per consentire il trionfo del bene e il ritorno dei papà (il suo, quello di Romek, quello di Maria).
Romek e Vladek scoprono che i due figli del vicino, di notte, vanno a depredare i deportati ebrei che saltano dalle bocche di lupodel treno merci ed è in questa occasione che che Romek informa Vladek delle responsabilità di Kluba nella morte di Gniecio. Vladek decide di vendicarsi e, in occasione di un'altra notte al treno, spara e uccide Robal che sta depredando dei deportati ("noi non abbiamo più un padre, tuo padre non avrà più un figlio".
Arrivano i nazisti e trovano Romek con in mano la machine-pistole e, a terra il bottino. Lo prendono per uno che ruba agli ebrei e ne fanno un idolo. Gli mettono il berretto da colonnello delle SS e lo fanno girare su un sidecar. Si fa mattina e mentre i deportati vengono ricaricati sul treno Romek viene costretto a mostrare pubblicamente le tecniche con cui fa saltar fuori i gioielli nascosti dagli ebrei (sul corpo o nei tacchi delle scarpe). Vladek viene scambiato per un ebreo e viene salvato da Romek che lo dichiara suo complice mentre questi grida "non sono ebreo, sono polacco". Vladek viene creduto perché il suo pene non è circonciso. Per ultimo, da sotto il treno sbuca Tolo che, mentre Vladek grida che è suo fratello, nega e (preso dal suo ruolo di Gesù Redentore) si fa mettere sul treno per il campo di sterminio.
Alla fine c'è la scena della prima comunione; la fa anche Romek con il prete che gli passa un ritaglio di ostia non consacrato. E Romek conclude, su un panorama di campagna mozzafiato: non dimenticherò mai Tolo e la generosità di quelli che mi hanno aiutato a rimanere quello che sono.
il film
Nel film il nazismo rimane sullo sfondo e fa delle rapide apparizioni come in una delle prime scene in cui due poveri vecchi, che avevano nascosto dei maialini, vengono ammazzati a freddo davanti ai bambini mentre il prete è costretto a rincorrere i maiali per cattturarli.
Ci sono invece tutti gli effetti di distruzione delle persone, di crudeltà, di violenza generati dal nazismo ma soprattutto dalla guerra: l'antisemitismo di un certo mondo e cattolicesimo polacco di cui si è già scritto molto, la trasformazione di ragazzini in belve. Robal mette nel piatto delle elemosine uno degli anelli che ha rapinato e quando Romek gli fa osservare che "se non è di sua madre sarà della madre di qualcun altro" la risposta sarà un pestaggio violento e tentativo di annegamento seguito dallo stupro di Maria.
Il tentato omicidio di Romek e lo stupro di Maria sono particolarmente crudi eppure non c'è mai violenza gratuita; si intuisce ma non si vede e la scena di Maria che, in posizione fetale, si butta nell'acqua per lavarsi e purificarsi è bellissima.
Segnalo ancora tutto l'itenerario mistico di Tolo: la corona di spine nascosta sotto il berretto, il tentativo di ficcarsi dei chiodi nella mano, la scena del battesimo degli amici mentre lui fa il Cristo, la danza sotto la pioggia come rito di purificazione, la crocefissione con delle corde su di un albero con i rami a V.
Romek, quando arriva in campagna, è spaesato; è un cittadino e diventa pian piano grande in mezzo alle tragedie e ai riti di campagna: la sera in cui Gniecio dovrà portare il maiale in città i tre ragazzi, dal solaio dove dormono, fanno il verso ai mugolii, ai sì sì, no no, ancora ancora, della madre che fa all'amore prima del distacco dal marito (la imitazione di Tolo è esilarante). Ad un certo punto, dopo aver visto i treni, Romek capisce che il papà non verrà mai più a prenderlo e butta via i ciotoli che cumulava ogni sera come contatore del tempo. I tre una sera vanno in cantina e schiacciano la pancia del maiale per produrre flatulenze di metano e usando una candela fanno una specie di lanciafiamme, Maria (che era la fidanzata di Vladek, dopo che il prete le ha parlato della Maddalena), porta Romek nel granaio e gli chiede se vuole vederla o se almeno può guardarlo; Vladek è imbarazzato mentre Maria fa tutto con naturalezza e con pulizia; alla fine dentro una botte piena di grano giocheranno a buttarselo addosso.
Il mio voto: 10 – assolutamente da vedere