qualche timido passo ancora insufficiente
Già ieri segnalavo la necessità di passi decisi e mi riferivo a Confindustria, alla Lega, a F&L e alle forze interne al PDL che credono nelle riforme, nel senso dello Stato e non hanno debiti di gioco con Berlusconi.
Oggi ci sono stati piccoli passi di Fini, un appello di Bersani a Lega e F&L, ma siamo ancora lontani.
Non credo nel governo di emergenza perché non avrebbe programma e avrebbe una maggioranza alla Prodi per fare una legge elettorale nuova senza che ci sia un accordo tra i convitati (che per metà sono per il maggioritario e per metà per il proporzionale).
Non credo sia utile interrompere la legislatura perché quasi sicuramente saremmo d’accapo e avemmo interrotto l’azione di governo dell’economia per alcuni mesi.
E’ altrettanto chiaro però, che l’era Berlusconi è finita mentre non è finito il vento di centro destra. Non è questione di mozioni di sfiducia targate centro sinistra che servirebbero solo a certificare che chi le propone non ha la maggioranza neanche per dire no e figuriamoci per governare.
Continuo a pensare che siano Tremonti e Marcegaglia (e i ministri riformatori del governo Berlusconi) a dover proporre qualcosa di nuovo essendo disposti, se necessario, a tagliare un po’ di alucce sui lati estremi degli schieramenti.
Senza l’iniziativa politica interna al centro destra passeremo i prossimi mesi a commentare le gaffes sempre più penose del premier mentre l’orchestra dei suoi Ghedini di contorno ne inventa di sempre più ridicole e basta guardare alla giornata di ieri per rendersene conto.
Non posso scendere più in dettaglio visto che non mi occupo di politica, faccio l’osservatre razionale, e oggi sono stato a Pizzighettone a gustare il salame cremonese e i fasulin cui cudigh.