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La lezione di questo secolo – K. R. Popper — 3 commenti

  1. Hi Claudio,
    complimenti per aver letto Pera. Ai tempi di Filosofia della Scienza mi avevano consigliato di leggere Agazzi. Non capivo praticamente niente di quello che scriveva. Allora mi dirottarono su Bridgman, che non ha preso il Nobel per l'operazionismo, bensì per la sua fisica sperimentale. Bridgman mi era molto più chiaro, naturalmente. Senonché all'esame mi hanno fatto parlare solo di Einstein. Mi hanno dato trenta di stima, altri filosofi quel giorno andavano dal ventuno al ventitrè: ho concluso che applicavano metri diversi di giudizio. Vorrei aggiungere che un trombone di Chimica (PSIUP, per intenderci, poi PCI-CGIL, poi fuoriuscito, quando il perito chimico Cofferati riscosse più credibilità di lui) che parlava alle assemblee (per me le assemblee erano come il GS, le seguivo, ma mi sembrava di non avere niente di originale da dire) andò a spiegare agli assistenti di Geymonat cosa fosse la scienza e rimediò un ventidue. Di norma, mai stuzzicare un professionista (mi sono rivisto "Palombella rossa" ed è incredibile come Michele Piccolo l'abbia saccheggiata e abbia vinto lo Strega, lì c'è una critica feroce alla Moretti a "professionale" e "ma lei come parla?"). Dovrei trovare la voglia di leggere quello che Popper ha scritto in tedesco. Chissà in che lingua pensava alla fine. Non ho mai letto "il Foglio" e non m pronuncio su Ferrara. Mi fa piacere che ti piaccia, non è che piaccia a molti in Italia, ma a te piaceva anche Giannino, che invece ascolto qualche volta alla Radio di Squinzi. Diciamo che l'Italia è terra di figli di papà e che i professori universitari sono praticamente cooptati dai loro mentori cattedratici. In Nord America vige una legge ferrea a livello accademico: nessun Ph.D. entra nella Facoltà dove si è laureato. Proprio come da noi, ma è anche vero che un Ph.D. con tesi originale (penso alla tesi di Feynman) non è un Dottorato di Ricerca. L'Italia, unica nazione sviluppata senza un Ph.D. fino a poco tempo fa. Come vedi sono alla disperata ricerca dei motivi del nostro declino nazionale.
    Grazie della tua pazienza, valerio
     
     

  2. Caro Claudio,
    sono stato in apprensione quando non hai più scritto qui a partire da aprile 2014. Mi piace leggerti. Eri "il genietto" all'Hensemberger e giustificatamente. Io andavo al Frisi. In questi anni ho riflettuto spesso sull'effetto che fa non studiare storia della filosofia alle superiori. Ho o avevo tutta una serie di amici arrivati alla dirigenza partendo dall'Hensemberger, il caso più clamoroso Roberto Crippa (non l'omonimo prof. di Matematica, ora preside, il tuo compagno di classe) che in Nord America è stato accettato come Electrical Engineer e ha fatto una splendida carriera (vive a Rio). Poi ho conosciuto tanti laureati partiti dagli ITIS. A Chimica Industriale i periti erano nettamente più bravi di noi liceali. Non so se anche Giorgetto Squinzi sia un perito. I miei due ragazzi li ho mandati all'Hensemberger e al Mosè Bianchi, quindi non sono tacciabile di snobismo.
    Vorrei dire solo questo: agli studenti degli ITIS mancherà sempre quella sensazione di ammirazione e coinvolgimento che comportava l'introduzione sommaria (lo ammetto) di filosofi sempre nuovi durante tre anni di lezione (se ricordo bene, potrei sbagliarmi, parlo del 1961-66 al Liceo Scientifico). Mentre i più motivati studenti degli ITIS li ho visti polarizzarsi abbastanza precocemente in filosofia. Poi ci sono state anche le parabole e i ripensamenti, di cui tu sei un esempio. Ma io alle riunioni GS non andai più da subito e penso che sia stato perché studiavo filosofia a scuola.
    Un mio idolo (non come Rivera e Villeneuve, lo devo ammettere) è George Soros, allievo DIRETTO di Popper che ha dimostrato coi fatti di aver capito tutto. Poi ci sono i popperiani come Marcello Pera che si beccò questo sferzante commento da Scalfari "allievo di un allievo di un allievo di Popper". Anche Popper i suoi errori li ha commessi, come quando pretendeva di commentare Platone senza testo greco a fronte (aveva la scusante di essere scappato dai nazisti). Insomma Claudio, spero che tu parteggia per Soros e legga le sue analisi e non per Pera. C'è in giro un dialogo fra Pera e il Papa in cui a volte non si capisce proprio chi parli, il Papa sembra un popperiano e Pera un fondamentalista.
    Stammi bene, tuo affezionato valerio grassi

    • Di Pera ho molti libri e ne ho letti alcuni del periodo precedente la parabola politica (sia di storia della scienza – la rana ambigua – sia di filosofia). Poi è stato folgorato ed è diventato un ateo devoto, ma non alla Ferrara, di cui ho stima.

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