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sottoscrivo — 1 commento

  1. Dall'arte presepiale, di francescana memoria, è nato il detto: il bue che da del cornuto all'asino.
    A mio parere, la metafora, ben si adatta a Giuliano Ferrara.
    A parte le sue dimensioni fisiche bovine, quel che colpisce è il pulpito da cui arriva la predica.
    Sentire l'inventore della televisone trash, dare del volgare ad qualcun altro è un'esilerante stupidaggine.
    Ancora maggiormente ridicolo è sentir dare a Grillo del menzoniero.
    Ferrara, esattamente come Charles de Talleyrand, è il maggior interprete internazionale del voltagabbananesimo.
    Esattamente come il suo omologo francese, che servì Luigi VI, il Direttorio Rivoluzionario Francese e Napoleone Bonaparte, il Talleyrand de noantri, ha servito il PCI, il PSI di craxiana memoria, Forza Italia e anche la CIA, saltando costantemente sul carro del vincitore, per poi abbandonarlo appena la buona stella declinava.
    Ferrara è considerato sia a destra che a sinistra un intellettuale capace e perspicace, un membro, forse l'unico, dell'intelligentia italica.
    Un macchiavellico e abilissimo giocoliere che riesce a tenere contemporaneamente il piede in due scarpe: alle ultime elezioni politiche presentatosi con la lista "Aborto? No, grazie" di definiva un "ateo devoto". Un ossimoro vivente come la lucida follia, il ghiaccio bollente o la docta ignorantia.
    Singolare come un interprete tanto acceso e riconosciuto della libertà e del garantismo, invochi metodi rigorosi ed estremi per metter fuori gioco Grillo e il suo Movimento.
    Per fortuna, il seguito di Giuliano Ferrara è riconducibile al risultato politico del suo movimento: "Aborto? No, grazie", numeri da prefisso telefonico …tanto per fare una citazione a caso. 

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