Prendiamo atto
Il consiglio di amministrazione di Telecom ha valutato le due offerte pervenute per l'acquisto della 7 e ha dato il via libera alla prosecuzione della trattativa con Urbano Cairo l'imprenditore che già gestisce la raccolta pubblicitaria della emittente. Non è stata presa sul serio la proposta, giunta fuori termine, da Diego della Valle che chiedeva un rinvio della decisione per dargli il tempo di esaminare le carte.
“La mia idea è quella di riunire nell’azionariato un gruppo di persone che vogliano bene al nostro Paese e che abbiano voglia di sostenere uno strumento di informazione importante, garantendone la totale autonomia, e di coinvolgere nell’azionariato professionisti che lavorano attualmente a La7 e altri ancora che avranno voglia di partecipare a questo progetto”.
Il CDA, non alla unanimità ha risposto picche e Della Valle ha replicato così: «Prendiamo atto. Volevamo tentare di costruire un modello nuovo di società di media che coinvolgesse un gruppo di investitori italiani, professionisti che lavorano attualmente a La7 ed altri che sarebbero arrivati, per cercare di sviluppare ancora con più determinazione un polo televisivo coerente con i principi di salvaguardia dell'indipendenza dell'informazione. Ci auguriamo che questo avvenga comunque, il Paese ne ha sicuramente bisogno».
“Non abbiamo parlato dell’offerta di Diego Della Valle – ha detto Tarak Ben Ammar, l'imprenditore tunisino che rappresenta Mediobanca in Telecom – e come si fa? Sapete quanta gente è interessata ad essere presidente della Repubblica…”.
Una domanda: ma visto che la vendita della 7 era in ballo da mesi e c'era stata tempo fa la presa di posizione nettissima di Mentana quando Berlusconi ventilò il suo interesse, cosa impediva a Della Valle di muoversi per tempo, e in caso di reale interesse, presentare una sua proposta? Come è noto, non ci vuole nulla a farsi pubblicità con gli annunci.
La 7 sta a cuore a tante persone e io sono tra queste perché ha innovato la informazione politica televisiva. Ma è una TV commerciale e deve stare in piedi sulle sue gambe non la si salva con i prendiamo atto. Mi auguro che le perdite di bilancio di qualche decina di milioni l'anno non comportino, in sede di risanamento, un cambio di pelle troppo doloroso. Vi segnalo, a proposito di giochi di potere, questa interessante presa di posizione di Gad Lerner sul suo blog.