L’Italia che vorrei (prima del video di Fini)
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Proviamo a non rincorrere la cronaca, gli appartamenti, le amanti, le dichiarazioni, le veline … e proviamo a pensare al nostro paese, se gli vogliamo un po’ di bene.
Molte cose vanno male e, non a caso, Emma Marcegaglia che rappresenta quelli che stanno combattendo la crisi stando in prima linea, ha fatto considerazioni preoccupate. Ma tutti stiamo aspettando cosa dirà Fini per sapere se è finito, se si smarca dai Tulliani, se contrattacca, se settimana ventura cade il governo, …
L’Italia che vorrei …
nell’economia e nel sociale
- è solidale, ma valorizza il merito
- mette in cima alla scala gli imprenditori del settore manifatturiero, che rischiano e producono valore ed occupazione
- prevede una diversificazione stipendiale non superiore al rapporto 1 a 10 e la attua in maniera seria e diffusa nella fascia più bassa (quella del rapporto 1 a 5)
- introduce meritocrazia e valutazione di risultato anche nel settore pubblico: concorsi, progressione di carriera significativa e non automatica
nel costume
- non ha come modelli calciatori e veline
- non vende speranze con il super-enalotto
- ripristina il principio secondo cui ciascuno è costruttore del proprio destino
- si scandalizza quando vede un ventenne girare in BMW e un trentenne in Ferrari; il primo perché ha un padre che non se ne occupa e trovo più comodo dargli le chiavi, il secondo perché non dice con quali soldi se l’è comperata (per esempio Tulliani)
- ha dei giornali e delle televisioni in cui si parla di quello che funziona e riduce lo scandalo e la denuncia a non più del 50 % visto che in una società normale dovrebbero pesare non più del 30%; diciamolo: il modello positivo deve tornare a fare notizia
nella politica
- ha una classe dirigente tesa alla trasformazione, qualunque sia il progetto politico di riferimento: la destra e la sinistra hanno le loro diversità e priorità ma le presentano, chiedono i voti su di esse e poi le attuano
- ha un ceto politico in cui la politica non è un progetto di vita ma un servizio che si affianca ad un lavoro
- ha dei politici abituati a dire la verità; come insegna la morale cristiana esiste anche il peccato di omissione
- la fa finita con provvedimenti e leggi basate su interessi e bisogni particolari (e non mi sto riferendo al solo Berlusconi che, sul tema, la sa lunga)
- si occupa del futuro e dunque ha il coraggio di fare anche scelte impopolari, motivandole: sto pensando alla scuola, alle pensioni, all’energia
- è fatta di persone che, le loro cose, non le sistemano nei paradisi fiscali