Chi l’ha visto ? L’audience e i diritti dei minori
Stamattina alle 8 e mezza la notizia stava sul sito del Corriere che rimandava al Corriere Veneto: la sostanza era la seguente a) un bimbo delle elementari deve essere accompagnato in comunità dopo che il tribunale dei minori ha tolto la potestà genitoriale alla madre con cui il bimbo vive b) il bimbo dovrà passare una prima fase in comunità protetta e poi stare con il padre c) nulla viene detto sulle ragioni per le quali la madre è stata privata della potestà genitoriale d) sono già stati fatti tentativi dal padre e dai servizi sociali di prelevare il bimbo a casa ma non si è avuto alcun esito perché il bimbo spariva e) il giorno del prelevamento a scuola oltre al padre, ai servizi sociali e alla polizia ci sono anche la madre (il che è ovvio), i nonni e una zia che filmerà il "ratto" per poi mandarlo a Chi l'ha visto? che non vedeva l'ora visto che il tema non rientra nel target del programma. f) sceneggiata con la polizia che interviene ad aiutare il padre, urla e strepiti e filmino. g) dopo la messa in onda si scatena l'ondata emozionale e Fini e Schifani interpellano il capo della polizia.
Sul sito del Corriere c'erano solo due commenti e questo mi aveva colpito e fatto venire la voglia di pubblicarlo.
Non possiamo sapere i motivi di un provvedimento così grave, la revoca della potestà genitoriale (e non più “patria”) significa solo che un genitore non ha più voce in capitolo nelle decisioni dell’altro, ma qui c’è addirittura un divieto di convivenza, cioè la madre costituirebbe un serio rischio per l’incolumità, fisica e/o psichica, del bambino, vai a sapere che elementi e precedenti ci sono. In ogni caso è un esempio rarissimo, nel 90% dei casi succede il contrario, padre violento, alcolizzato, tossicodipendente, mafioso ecc. La cosa penosa qui non è la reazione di mamma e nonni contro i poliziotti, che stavano svolgendo il loro dovere (esecuzione di provvedimento del giudice), ma il fatto che il bambino non era d’accordo e vuole evidentemente restare con la madre. Per la legge la sua volontà non vale un fico secco, un giudice ha deciso così e amen, i “grandi” sanno cosa è meglio per lui e glielo impongono. Probabilmente prima della sentenza ci saranno state un bel po’ di consulenze psicologiche, visite neuropsichiatriche, perizie giurate, tutti sicurissimi che il bambino vivrà meglio lontano dalla madre e pronti a escludere che la separazione forzata non avrà ripercussioni, non rappresenterà un trauma terrificante… Ripeto, non sappiamo cosa abbia indotto chi di dovere a decidere in questo modo, cosa abbiano “visto” periti, avvocati e giudici, non abbiamo la sfera di cristallo, non sappiamo se questo è uno dei troppi casi destinati a finire per tanto tempo sui giornali e nelle aule di tribunale, in corte d’assise. Sappiamo solo che un bambino non voleva essere separato da sua madre ma l’hanno fatto, con la forza. Io al posto del bambino vorrei morire, al posto del legislatore istituirei una “patente genitoriale e di procreazione”, dopo visite ed esami approfonditi: per costruire una casa devi avere una concessione edilizia, per produrre formaggi o pane, una licenza, anche solo per venderli. Per fare un figlio è sufficiente avere un apparato riproduttore! Non sarebbe meglio analizzare ed autorizzare preventivamente gli idonei, invece di rimediare, dopo, a disastri compiuti?
Da stamane i commenti sono saliti a 4 pagine e si è innescato anche il dibattito sulla PAS, Parental Alienation Syndrome, ennesima sindrome importata dagli USA. Non mi pronuncio su questo aspetto su cui ha deciso il tribunale di minori; mi limito ad osservare che se si fosse solo trattato di un cattivo rapporto con il padre (da ricostruire) il provvedimento non sarebbe partito con una revoca di potestà gentoriale alla madre. Cosa c'è sotto non lo so e mi auguro che anche questo non venga dato in pasto alle pruderie di Chi l'ha visto?.
Quando stavo a Monza ho dovuto gestire da dietro le quinte un "prelevamento a scuola" deciso dal Tribunale dei Minori. E' andato tutto bene e infatti non se ne è saputo nulla. Ho scoperto in quella occasione quanto sia vario e complesso quel mondo e quali difficoltà si possono porre. Nel nostro caso la polizia non c'era, ma eravamo comunque pronti a farla intervenire. Il motivo per cui questa volta era presente è probabilmente da ricercarsi nei precedenti e aggiungo, a ragione, visto il ruolo del parentado durante l'operazione.
Voglio però richiamare la sostanza del commento che ho riportato: a) il parere dei minori come si esprime? b) Forse bisognerà istituire una patente di procreazione vosto che la idoneità a procreare non sempre coincide con quella a fare il genitore.
Sul blog trovate questi due post del 2011 Dilemma e Adozioni