svolta al MPS
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Il mio è un giudizio da osservatore esterno, ma a giudicare dalle cronache giornalistiche, la riunione della deputazione della Fondazione che doveva nominare la sua rappresentanza nel Consiglio di Amministrazione non è stata indolore ed è destinata a fare da premessa ad un rinnovamento profondo.
Onore a Ceccuzzi (comune) e Bezzini (provincia) che, a maggior ragione, avrebbero fatto bene a non andare alla manifestazione indetta contro la ristruttuturazione della più importante azienda senese.
Adesso la palla è nelle mani di Alessandro Profumo e gli enti locali hanno provveduto a creare le condizioni di equlibrio interne favorevoli al fare scelte che operino in profondità.
- la riunione della deputazione già slittatata da sabato a domenica è iniziata in ritardo e durata a lungo perché la vera discussione avveniva altrove (tra le diverse anime del PD e nelle rappresentanze degli enti locali)
- gli enti locali spingevano per un rinnovamento profondo e alla fine l'hanno spuntata. Entrano Alessandro Profumo e Fabrizio Viola destinati a fare da Presidente ed Amministratore Delegato. Escono il fratello del vicepresidente della regione, Alfredo Monaci (in quota Margherita) e un sindacalista Fabio Borghi (al terzo mandato nel CdA) ed entrano una serie di professori con qualche nome inatteso: Tania Groppi docente di Istituzioni di Diritto Pubblico all’Università di Siena, Angelo Dringoli docente di economia e gestione delle imprese sempre all’Università di Siena, Marco Turchi commercialista e (inattesa) Paola Demartini, ordinaria di economia all’Università Roma Tre. L'ingresso di quest'ultima è saltato fuori a sorpresa nell'ambito della discussione su chi sacrificare tra Monaci e Borghi. Alla fine sono saltati entrambi.
- Il presidente della fondazione Gabriello Mancini si è astenuto sul nome di Profumo e ha votato contro la proposta risultata vincente. Par di capire che abbiamo assistito solo alla fase 1 e che la fase 2, di pertinenza diretta degli enti locali sarà il rinnovo profondo della deputazione.
- Questa storia della deputazione che attende di allinearsi su decisioni prese altrove indica lo scricchiolio della struttura di potere medioevale che mal si concilia con la distribuzione dei poteri, i tempi e le regole della politica del 21° secolo. Ovvero il medioevo è interno alla storia e al modo di essere di questa città e dunque alcune forme permangono, ma la sostanza molto meno.