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morire con dignità — 1 commento

  1. Sul sito del Gazzettino è comparso questo commento che sottoscrivo integralmente:
    Faccio parte di quella generazione che ha visto morire serenamente i nonni in casa. Tutti e quattro. Allora usava portarli via dall’ ospedale, quando non c’ era nulla da fare…..Ora si fa il percorso inverso. Ho lavorato come medico dieci anni in ProntoSoccorso. e so di cosa parlo…Io non biasimo quelli che portano i loro cari a morire in Ospedale….L’ idea di allontanare la morte dalla vista fa parte della nostra cultura di oggi. Io da bambino ho fatto la veglia di preghiera al nonno moribondo che è spirato sotto lo sguardo compassionevole di tutta la famiglia. Oggi son cambiate troppe cose….la morte disturba…sgomenta….e si allontana. Ricoverare i pazienti terminali è la quotidianità e non ci stupiamo mai….e comprendiamo sempre le ragioni…e tante volte abbiamo tenuto malati barellati nel nostro PS in attesa del letto…I famigliari hanno sempre condiviso le nostre difficoltà e compreso quanto amore e solidarietà si respirava…. Con la riduzione drastica dei posti letto si fa davvero fatica però oggi. E bisogna lavorarci in ospedale per capirlo. Ritengo fondamentale creare le basi per una rete di assistenza domiciliare del malato terminale che sgravi i nosocomi e restituisca dignità alla morte. Occorre impegno e una piccola rivoluzione della mentalità e dei valori. Sono vicino ai famigliari della signora ed anche al personale del PS di venezia che deve sopportare la diffusione di notizie scritte per fare solo del male a tutti. “

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