me la dai l’amicizia
Oggi sono stato intervistato dal Sussidiario.net per commentare la notizia sul divieto (sarebbe stato meglio dire inopportunità) che i docenti diano l'amicizia su FaceBook ai loro studenti.
Al momento dell'intervista non conoscevo i dettagli che ho finalmente scovato stasera:
Alle medie De André di Albisola Superiore è stato introdotto un regolamento ad hoc che vieta ai professori di ‘dare amicizia’ telematica agli studenti.
Una decisione presa dal dirigente Paolo Ferro, in seguito ad un grave episodio, verificatosi lo scorso anno, dove i ruoli tra prof e studenti erano stati confusi arrivando addirittura agli insulti sulle pagine del social network. Da qui il regolamento che però, secondo alcuni docenti, ha determinato più danni che vantaggi.
Chissà cosa avrebbe commentato Fabrizio De André cui è intitolata la scuola media? Penso che avrebbe scritto una ballata contro l'ipocrisia.
Io confermo quanto riportato dal Sussidiario. Il problema è alla nostra attenzione perché capita molto spesso che gli alunni usino male la rete e non si rendano conto che quando commentano su FaceBook stanno parlando all'intero mondo, come sto facendo io in questo momento.
Lo scorso anno, da alcuni commenti banali in Internet si è passati nella mia scuola a una scazzottata in classe con fratture. Quest'anno ho gestito un evento in cui la rete è stata usata per minacciare pesantemente dei compagni. E di nuovo i ragazzi non hanno capito la gravità di quanto stavano facendo.
Ma noi non possiamo e men che meno dobbiamo chiudere gli occhi. La rete è uno strumento di comunicazione. Credo che saremo d'accordo nell'affermare che se esistono le droghe di sintesi la colpa non è della chimica. Bene: se siamo degli educatori, occupiamoci di educazione, comunichiamo con gli strumenti che le nuove tecnologie ci offrono, non nascondiamo mai la testa sotto la sabbia.
- usare la rete e superare il gap tra giovani ed adulti
- educare alla responsbilità
- evitare di confondere l'amicizia di FaceBook con l'Amicizia e spiegare che sono due cose diverse
- non rinunciare mai alla distinzione tra giovane ed adulto all'interno dei rapporti educativi
- costruire una alleanza solida tra scuola e famiglia