il cauto Letta
«Mi dovete scusare se me ne andrò prima ma quella letterina che Berlusconi porterà questa sera a Bruxelles ha bisogno di qualche messa a punto e di qualche ritocco» lo ha detto Gianni Letta lasciando anzitempo una riunione dedicata ai Beni Culturali, perchè, ha detto la CEE, questa volta non saranno tollerate approssimazioni.
Aspetto di vedere proposte, modalità e tempi, ma se sulle pensioni l'accordo storico consiste nel ribadire cose già fatte e giudicate insufficienti e se la svolta epocale dei 67 anni sarà spalmata di qui al 2025, mi scappa da ridere.
Tornando da scuola mi sono sentito in differita, su Radio Radicale, il dibattito innescato dal capogruppa leghista Reguzzoni con la richiesta che Fini, reo di aver offeso la moglie di un ministro, si dimettesse (sottofondo di slogan).
Come al solito ieri sera non ho retto oltre i 40 minuti e dunque mi sono perso la dichiarazione di Fini che ho poi avuto modo di rivedere su Internet. Fini nella sostanza ha detto: per capire di cosa stiamo discutendo tenete presente che la moglie di Bossi, che faceva l'insegnante, è andata in pensione a 39 anni. Ovviamente apriti cielo perché in Italia, come cantava la mitica Milly, si fa ma non si dice. Io per altro trovo più grave vedere il figlio deputato regionale che fa il badante.
Fini ha detto una cosa vera e che ha riguardato in Italia decine di migliaia di persone. L'ho fatto anche io, nel senso che, proprio a 39 anni ho deciso di licenziarmi per lavorare un po' nel privato e poichè avevo raggiunto la soglia dei 20 anni di contributi ho avuto la pensione (poco meno di un milione) con cui arrotondavo i proventi, più cospicui, provenienti da attività libero professionale regolarmente fatturata e con pagamento anche della "tassa sulla salute".
Dopo 5 anni sono rientrato a scuola (e in questo credo di esere una mosca bianca avendo rinunciato a pensione e reddito triplo di quello che sono tornato a prendere da docente). Tirando le somme ho perso 5 anni di contributi e mi sarebbe convenuto farmi assumere.
Fino a pochi anni prima le regole erano ancora più allucinanti e una donna sposata, tra recupero degli anni di università, supplenze durante gli studi riusciva ad andare in pensione (ho presente dei casi precisi) a 32 anni con 15 anni di contributi (di cui non più di 6 o 7 di lavoro vero). Oggi sono rimasti solo i deputati; ma non è questo ciò che mi importa. Era l'Italia degli anni 80 che ci ha regalato i deficit di oggi e per fortuna le egole sono cambiate, anche se in maniera insufficiente.
- Fini è stato inopportuno; cosa gli costava far dire quel che ha detto a Bocchino, visto che per quel pezzo di trasmissione da me visto aveva volato alto
- Quelli che oggi in parlamento hanno scatenato la bagarre volevano solo pisciare fuori dal vaso e cioè spostare il dibattito per evitare che prendesse consistenza la critica al governo che non governa e che gli impegni verso l'Europa Berlusconi non li discute con il Parlamento. Magari si sarebbe scoperto quali erano le messe a punto e i ritocchi di Letta
- Entro sera avremo le solite indiscrezioni, non si sa quanto affidabili ma i problemi rimangono e si chiamano mancanza di coraggio di governare, maggioranza sfasciata e opposizione senza un progetto alternativo.
Tutte le strade sono state bruciate e dunque sarebbe meglio votare al più presto. Stamane qualche commentatore osservava che il patto tra Bossi e Berlusconi consiste nel firmare la lettera e avere in cambio le elezioni in primavera. Chissa se è vero?