precari, concorsi, selezione dei nuovi docenti
Qualche giorno fa Max Bruschi consigliere del ministro Gelmini ha lanciato su il Sussidiario.net la proposta di sparigliare sulla questione del nodo gordiano delle graduatorie.
Dopo qualche alro intervento di fonte sindacale, stamattina è intervenuta Valentina Aprea (presidente della commissione istruzione) già viceministro con la Moratti ed esponente di punta del PDL ai docenti non serve un vecchio concorso ma un nuovo reclutamento.
Secondo me hanno ragione tutti e due: Bruschi vuole evitare una immissione in ruolo di massa (65 mila in autunno) basata esclusvamente sulle graduatorie. Aprea ragiona sulla prospettiva. Sono intervenuto anche io in coda ai diversi articoli (Bruschi, Scrima Cisl, Aprea). Comunque il contrasto di prospettiva interno al PDL è interessante.
Su Bruschi: Per essere schifato in realtà Bruschi dimostra, per ragioni professionali, di conoscere quel vero casino che sono le graduatorie. Concorso, concorso, concorso. Bisogna scegliere da che parte stare. Ho una bravissima precaria del '62 che non aspetta altro. Alla sua età io mi ero già licenziato due volte, avevo fatto un altro mestiere ed ero ritornato a scuola. Come si fa a cambiare la scuola se i docenti giovani hanno 50 anni. So benissimo che il sistema scuola è pieno di trappole giuridiche ma se ci sono gli estremi per farlo, lo si faccia.
Su Scrima.
04/05/2011 – stabilizzazione e merito; no ai due tempi (Claudio Cereda)
Come ho già scritto commentando il pezzo di Bruschi non mi intendo di graduatorie, ma perché non accettare anche l'idea di sparigliare? Il concorso non si fa da 10 anni perché c'è il problema delle graduatorie (che va risolto), ma perché non partire subito anche con una ipotesi alternativa che non dispiacerebbe certamente ai precari bravi? Si fissano delle percentuali e si procede.
04/05/2011 – Un invito pacato per Cereda (Franco Labella)
Gentile Cereda lei è una persona intelligente e pronta al ragionamento e al dialogo. In questa occasione, mi dispiace doverlo scrivere, non mi pare stia esercitando le sue abituali qualità. Il concorso, che è la modalità che la Costituzione prevede come modalità di accesso, non è in discussione in astratto. Ma è evidente che se parliamo di precari che di concorsi ne hanno fatti e superati quando venivano regolarmente banditi e se parliamo dell'oggi, parlare di concorso non è sparigliare. E' come ho scritto da qualche altra parte, barare in funzione preelettorale. Il Governo prepara un altro trucchetto per eludere le sentenze e lei che è una persona intelligente non può non considerare anche questa circostanza. E poi, per favore, smettiamola con questa storia del c.d. merito. Ieri su Repubblica c'era una interessante paginata, piena anche di contributi di ricerca, su quel particolare "merito" che in Italia si chiama raccomandazione… E di garanzie che la situazone migliori non mi pare ce ne siano da parte di una maggioranza che ha fatto e fa anche dello spoil system una metodica per la ricerca degli "aristoi"… E caliamo un pietoso velo sull'applicazione del "merito" per incarichi elevati di responsabilità… e mi fermo qui.
04/05/2011 – concorsi e graduatorie @Franco Labella (Claudio Cereda)
Io parlo di concorso a cattedra: quello che si fa su un ben preciso numero di posti e che mette in ruolo i vincitori. Non penso che le graduatorie debbano essere ignorate, ho detto che è ora di mandare anche altri segnali nell'interesse dei migliori. Il merito, nella mia esperienza di DS è tuttaltro che "cosiddetto" e la cosa è ben nota alla maggioranza dei docenti. Uno dei rammarichi che ho da DS è non poter garantire i migliori anche se hanno meno punti nell'infernale meccanismo delle graduatorie interne. Non ho capito perché, avendo io detto che sono favorevole ai concorsi, debba essere assimilato ai responsabili della mancata organizzazione degli uffici regionali e/o provinciali.
Su Aprea: 05/05/2011 – sparigli negli sparigli (Claudio Cereda)
Interessante la argomentazione della Presidente della Commissione Istruzione. Ai tempi di Mao Tse Tung si sarebbe parlato di "contraddizioni in seno al popolo". Mi pare che discutano fingendo di non capirsi. Aprea ha ragione sulle linee di prospettiva: a quando gli albi regionali? Bruschi dice: nella gestione del transitorio c'è qualche strumento basato sul merito che ci consenta di correggere parzialmente il meccanismo della graduatoria? La mia preoccupazione è quella, dopo la sanatoria dei 60 mila, di non trovarci a non far nulla sul resto per effetto di qualche nuovo art. 64. Da Aprea e dalla Commissione mi aspetterei tempi certi sulla definizione delle questioni di governance e di stato giuridico che giacciono (con la sua firma) dal lontano 2008. C'è qualcuno che pensa che si facciano cose sconvolgenti negli ultimi due anni? L'esperienza dice di no.