Enrico Bellone – necrologio e recensione
Enrico Bellone è morto ieri a Tortona per il solito e crudele cancro. Domani lo cremano e di lui ci rimarranno il ricordo e i suoi libri.
Il mio primo incontro con Enrico Bellone è stato un libro del 1973 che ho letto qualche anno dopo (alla fine degli anni 70): I modelli e la concezione del mondo nella fisica moderna da Laplace a Bohr. La collana è quella giallo giallo ocra di Feltrinelli curata da Ludovico Geymonat
Mi sto accarezzando quel libro che ho letto tre o quattro volte e ogni volta lo trovavo straordinario e unilaterale per la radicalità del materialismo che lo percorre. A costo di annoiare i lettori meno appassonati di conoscenza scientifica, ve ne propongo l’indice (così qualche mio ex studente si fa venire la voglia e lo va a cercare).
Nota introduttiva
- Tre tipi di ambiguità
- Una prospettiva parziale
- Una concezione critica del reale
- Il programma del presente volume
Le particelle
- Il sistema del mondo e l’equazione del fenomeno
- Dal mondo statico al mondo dinamico
- I microfenomeni ed i quanti di Boltzmann
I campi
- La materia è continua
- Il campo l’etere e la gravità
- I modelli maxwelliani e l’autonomia del campo
Gli atomi
- Il materialismo ingenuo e l’intuizione delle strutture nascoste
- Lo sviluppo dei modelli d’atomo come mediazione critica fra le teorie
- L’incompletezza delle teorie e il modello di Bohr
Nota conclusiva
- A proposito della teoria del riflesso
- Sulle interpretazioni della seconda rivoluzione scientifica
- Per un nuovo razionalismo materialistico.
Nel 1974 sarebbe uscito dagli Editori Riuniti “Attualità del materialismo dialettico” un’opera di rottura scritta a 4 mani da Bellone (i presupposti materialitici del realismo dei fisici), Giorello (sulla teoria leniniana del riflesso), Geymonat (primi lineamenti di una teoria della conoscenza materialistico-dialettica) e Tagliagambe (i presupposti materialistici del marxismo).
Il gruppo di giovani che si raccoglievano intorno a Geymonat e che in quegli anni producevano la monumentale storia del pensiero filosofico e scientifico da Garzanti, che curavano e traducevano opere fondamentali di filosofia della scienza nella collana giallo-ocra, prendevano posizione dentro il marxismo italiano nel tentativo di romperne la cultura idealistico-storicistica; ma lo facevano tardi e con un armamentario destinato a fallire.
Fu un momento importante e che non ebbe seguito: Geymonat tenne fede al progetto sino alla sua morte; Giorello prese il suo posto alla cattedra di Milano e si orientò a posizioni liberal di tipo anglosassone, Tagliagambe tenne duro per un po’ e poi cambiò genere culturale, Bellone passò ad occuparsi in maniera professionale di storia della scienza.
Voglio citare un’operazione poco ricordata perché un po’ da amatori: appena giunto alla direzione dell’edizione italiana di Scientific American impostò la pubblicazione di quaderni monografici (i grandi della scienza) usciti per 6 anni dal 1998 con 6 monografie all’anno di un centinaio di pagine ciascuna; le ho tutte (le ho lette) e le ho rilegate, una più bella dell’altra anche per l’apparato iconografico e per il tentativo, riuscito, di fare delle biografie scientifiche ed intellettuali insieme. Nel 1998: Galileo, Newton, Lavoisier, Darwin, Maxwell, Einstein. E così via.
Bellone era affascinante nel parlare: chiaro, razionale, essenziale, come Ludovico Geymonat. Lo ricordo ancora ad un corso di aggiornamento di Storia della Fisica a metà degli anni 80 al Museo della Scienza di Milano; ci parlò di Storia della Termodinamica.
In questo post vedete l’Immagine della sua opera più famosa: Il Mondo di Carta tradotta e pubblicata anche presso il MIT di Boston. Era uno storico, un filosofo, un divulgatore, un personaggio originale e lo si capisce leggendo qualsiasi cosa scritta da lui: rigoroso nelle citazioni ma sempre con un pizzico di pensiero personale.