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a proposito di Ucraina ed Europa — 6 commenti

  1. Puah, che misere consolazioni concede la storia agli ex rivoluzionari comunisti che volevano “cambiare il mondo” attorno al nuovo “biennio rosso” ’68-’69!
    Schierarsi con i briganti occidentali o con quelli orientali ricamando sul riarmo “in maniera più autonoma rispetto agli USA “. O mangi ‘sta minestra o salti dalla finestra?
    Fosse pure così, fosse pure che al suicidio politico non c’è alternativa e che gli interessi dei lavoratori o della gente comune in questa svolta fascistoide della storia non hanno peso politico, ma perché giustificare la propria sudditanza – (coi briganti occidentali mi pare di capire da quanto scritto da Claudio Cereda) – contrabbandandola come indipendenza e fare i ventriloqui geopolitici?

    • Ennio Abate L’invettiva è un’antica tradizione di quando “si sapeva” distinguere la linea rossa da quella nera. A differenza di Claudio ho abbandonato l’amata bandiera europea, ma non per questo mi sento “nel giusto”. Purtroppo mi documento e leggo – in modo veloce ma completo – i documenti ufficiali, come quello su cui il PD si è diviso: sono per me una sconsolante porcheria, qualsiasi sia il voto. Qualche isolata “verità” in mezzo ad affermazioni arbitrarie o “falsità”. Persino Vannacci riesce a dimostrare che “il Re è nudo”, immaginarsi! È la peggiore Commissione Europea della storia (non oso scrivere Storia). Forse seguendo quanto affermato da Draghi – Grillo parlante (anche lui causa della situazione italiana e internazionale, in particolare su Ucraina – Russia, anche lui reticente su problemi quali quelli migratori) qualche passo in avanti sarebbe stato possibile. (Anche il documento Draghi l’ho sfogliato integralmente).
      Non si può più neppure agire localmente e pensare globalmente.
      Così mi arrabatto sui problemi del mio territorio. Discuto sui temi internazionali, ma puntando solo sui ragionamenti, senza troppe invettive. Perché anche essere contro tutti non ci libera da questi problemi che non controlliamo.

  2. Se saremo in grado, come UE, di affrontare una aggressione militare, saremmo poi in grado di resistere a una guerra economica? Non è la seconda – in ultima istanza – a determinare l’esito della prima?

  3. Grazie Claudio.
    D’accordo al 95%.
    Aggiungerei il punto 6):
    OK all’Ucraina in Europa dopo aver rimosso gli ostacoli persecutori ai russofoni interni (libertà linguistica e religiosa + autonomie amministrative)

  4. Mi sembra di concordare su molte delle tue considerazioni. Ciò che mi lascia molto perplesso è la spinta al riarmo: rischia di frantumare l’Europa anziché favorirne la crescita politica. In una Europa vittima di nazionalismi montanti i muscoli asfissiano i cervelli.
    Pensa ad esempio a Polonia e Ungheria ora, o a un deciso riarmo tedesco! Nell’ottantesimo del 25 aprile non è proprio un buon viatico!

  5. Non son mica tanto d’accordo. Il tuo ragionamento è tutto dentro gli schemi del secolo scorso, trascura che siamo 8 miliardi, che la questione del multipolarismo va considerata come questione centrale. Trascura anche il fatto che l’UE (parlo di Unione non di Europa, della quale fa parte anche la Russia fino agli Urali dal punto di vista geografico, ma anche culturale per l’intreccio con la storia dei paesi più occidentali) da quando si è costituita ha un ruolo e una presenza mondiale che si esprime non sullo scacchiere militare ma su quello economico e sociale.
    Nel quadro del multipolarismo l’UE è un modello sociale ed economico per molti paesi in via di sviluppo. Allo stesso tempo è vista come parte dell’Occidente globale che gli stessi paesi temono, perché totalmente appiattita sulla politica USA. L’occasione di acquisire autonomia nella politica internazionale dovrebbe fondarsi su questa caratteristica unica della storia.
    Invece i nostri politici privi di pensiero scelgono la strada più facile, ma anche la più rischiosa a drammatica, mettendo in gioco propio i valori più profondi della UE: il welfare. Tanti avanzano il luogo comune che “abbiamo vissuto per 70 anni sotto la protezione USA, è ora di darsi da fare”.
    Questa frase trascura che l’ombrello USA è stato imposto, sembra sia stata una libera scelta. C’è stato un lungo periodo in cui la sinistra propugnava l’uscita dalla NATO. De Gaulle, anche per ragioni di storia imperiale della Francia, dalla NATO è uscito. Naturalmente c’è stato un lungo periodo in cui l’URSS aveva mire espansionistiche, ma, secondo quanto ricordo e quanto ho letto recentemente negli scritti di Kissinger, queste mire erano rivolte alla Cina, mentre ad ovest l’assetto dei “paesi satelliti” funzionava benissimo, senza alcun bisogno di altre espansioni.
    Ora la chiamata alle armi è frutto di una narrazione che imputa alla Russia una volontà di espansione a occidente, ma la vicenda con l’Ucraina dimostra chiaramente che la strategia della Russia è finalizzata a garantire la propria sicurezza non ad espandere il proprio territorio.
    Quindi facendola breve:
    1) non sono d’accordo sul riarmo, invece l’UE deve definire la propria prospettiva strategica fondata sulla unicità dell’esperienza della Unione, e attorno ad essa creare una politica internazionale unitaria, anche con la revisione dei trattati.
    2) l’unità politica più stretta richiede un lungo processo di superamento dell’unanimismo, la creazione di un sistema fiscale e quindi finanziario unificato, anche per resistere all’imperialismo finanziario, e, come detto, una politica internazionale unica. Attorno a questi tre temi si può creare lo “zoccolo duro”.
    3) Non interessa minimamente se Putin sia un porco o no, la politica internazionale si fa considerando gli stati, non i governanti, e in Russia Putin ha comunque un fortissimo sostegno. La pace con l’Ucraina deve garantire la sicurezza non solo dell’Ucraina ma della Russia, altrimenti il problema resta aperto.
    4) Truppe di interposizione sono una idea semplicemente cretina primo perché Putin non accetterà mai di essere messo sotto tutela, secondo perché l’interposizione deve essere sotto l’egida dell’ONU, ma Putin porrà il veto. Senza un mandato dell’ONU la presenza di soldati dell’UE in Ucraina verrebbe vista dai paesi del Sud Globale come l’ennesima prova dell’imperialismo dell’Occidente.
    5) La Nato andrebbe sciolta e basta, altrimenti diventerà sempre più uno strumento degli USA per portare instabilità in estremo oriente.
    6) Altri paesi, compresa l’Ucraina, possono entrare a far parte della UE, ma devono allinearsi a tutti i principi e le norme e ci vorrà un sacco di tempo.
    7) Bisogna rafforzare la capacità delle istituzioni internazionali di svolgere una governance efficace, non è più accettabile che gli USA si ergano a giudici e ad esecutori dell’ordine internazionale. L’aggressione di Trump all’ONU, all’OMS ecc. provano esattamente che è da queste istituzioni che può venire un freno a quella che tutti i prescienti USA hanno considerato la loro “missione”: portare il sistema democratico liberale fondato sul mercato in ogni paese del mondo. Se vuoi il mio è un libro dei sogni, ma almeno cerco di guardare avanti e non indietro.

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