come è facile morire
La notizia mi aveva colpito già sui giornali on line di sabato pomeriggio; ragazzo toscano in gita scolastica a Napoli trovato morto in camera sabato mattina.
Mi aveva insospettito la cosa in sè: non si muore di malore improvviso a 20 anni in gita scolastica.
Le cose sarebbero andate così: al termine della cena finta di andare a dormire; uscita in centro; poi incursione a Scampia guidati da un conoscente napoletano; acquisto di una miscela di cocaina, eroina e roipnol; rientro in albergo; ciack-azione; malore intorno a mezzanotte; il 118 chiamato alle 6 per portarsi via un cadavere. Era in camera con altri due compagni.
Ve ne parlo perché in questi giorni sto gestendo una vicenda di bigiata alcolica di ragazzi under 16 che avrebbe potuto tranquillamente finire così (e non ci siamo andati tanto distanti).
Sto ascoltando le persone coinvolte e, come sempre in questi casi, è difficile ricostruire la verità che, come è noto, ha sempre due facce o è spesso fatta di sfumature. Lo dico e non lo dico, conto una palla tanto nessuno mi potrà smentire. Si scoprono però cose impressionanti: la solitudine, il distacco dagli adulti, la incapacità di valutare gli effetti delle proprie azioni, l’abitudine alle piccole illegalità.
Prima di tornarmene a casa sono anche passato al discount dove sono stati acquistati i superalcolici; c’è un bel cartello che spiega che non si vendono alcolici ai minori di 16 anni e la si mette anche sul politicamente corretto (invece che sul fatto che vendere a un under 16 è reato).
Mentre osservavo le bottiglie di acqua di fuoco con prezzi popolari (poco sopra i 5 €) sono entrati due giovani sudamericani e si sono riforniti. Prosit.