Ilaria Salis + o –
Ieri si è tenuta la prima udienza di merito del processo a Ilaria Salis e l’abbiamo vista arrivare in taxi accompagnata dai genitori, finalmente senza manette e catene.
Ho cercato di documentarmi sul processo, ma l’unica cosa che sembrava fare notizia era la protesta del padre circa il fatto che il tribunale ha reso pubblico il suo domicilio.
Astrattamente si potrebbe pensare ad un rischio di pericolosità (indirizzo già presente sui social della estrema destra ungherese) ma se come pare, Ilaria arriva in Taxi e non ha particolari protezioni da parte delle autorità, a qualunque mal o ben intenzionato bastava una mezza giornata di ricerca per capire da dove arrivava. Mi pare dunque che questo sia un elemento da far decadere. Ormai si sa e da oggi i giornalisti inizieranno a presidiare la zona.
In aula sono stati sentiti due testimoni e una delle vittime e nessuno di loro ha riconosciuto Ilaria; riconoscimento difficile visto che la aggressione sarebbe avvenuta a viso coperto e alle spalle e dunque gli elementi a favore o sfavore di Ilaria andrebbero cercati in elementi di dettaglio corporeo.
Prossima udienza a settembre e, per quanto ho capito, l’accusa cercherà di seguire la linea del processo indiziario; per questa ragione sarà importante da parte della difesa procedere a contro-interrogatori accurati e presentare prove del tipo “a quell’ora e quel giorno Ilaria stava in quest’altro posto e dunque non poteva essere parte del commando di pestatori“.
In assenza di dati descrittivi più dettagliati ho visto il video con la lunga dichiarazione di uno dei suoi due avvocati italiani e in essa ci sono degli elementi convincenti e altri che lo sono meno.
costituzione fuori termine
Zoltan Toth, l’aggredito sentito oggi non era previsto in questa udienza perché a gennaio, quando è scaduto il termine per farlo, non si era costituito e oggi la corte ha deciso di accoglierne la richiesta fuori termine. Lo stesso Zoltan ha presentato un referto per tre costole rotte redatto tre mesi dopo la aggressione mentre a caldo, l’ospedale di Budapest non aveva riscontrato nulla. Sembra di capire che l’aggredito ci marci, visto che contemporaneamente ha presentato, sempre fuori termine, una cospicua richiesta di risarcimento. Al giudice monocratico, che più che un giudice terzo sembra un PM tutto ciò va bene perché serve ad avvalorare la imputazione di lesioni che, potenzialmente, avrebbero potuto condurre a morte.
Come sanno tutti, il rispetto delle procedure in un processo, è la base della civiltà giuridica.
atti in ungherese
Gli atti continuano ad essere disponibili solo in ungherese; la corte dichiara che non ci sarebbe alcun problema perché in udienza Ilaria dispone di un interprete. Ma il rito ungherese è di tipo inquisitorio e non accusatorio. E’ l’accusato a dover dimostrare la sua innocenza e non il contrario e dunque le carte sono importanti, molto importanti, perché vanno eventualmente contestate, bisogna impedire che siano a disposizione del solo giudice e non delle parti creando uno squilibrio palese, bisogna poterle usare durante la testimonianza di vittime e testimoni. Attualmente tutto ciò lo fa il giudice che ha anche il potere di emettere ordinanze inappellabili.
la linea difensiva del rinvio
L’avvocato protesta ma, contemporaneamente, fa una dichiarazione che mi ha lasciato allibito: abbiamo incaricato della traduzione una società specializzata di Milano e le traduzioni saranno disponibili solo a novembre. Su questa baseaveva richiesto il rinvio a novembre del dibattimento. Ora io mi rendo conto che nel regno del bollo tondo bisogna mettere a posto tutti i bolli, ma non credo che ci voglia più di una settimana per tirar fuori quello che conta ai fini processuali, tradurlo e prepararsi al controinterrogatorio; a settembre mancherà qualche timbro e qualche atto inessenziale ma la difesa si dovrebbe poter fare senza grandi problemi.
Ho avuto difficoltà a raccogliere notizie. Lo ha fatto solo il Manifesto. Mi chiedo se i quotidiani italiani abbiano inviato a Budapest dei cronisti giudiziari o degli esperti di cronaca rosa: le manette, la diffusione dell’indirizzo e le proteste del padre. Sul merito del processo nulla.
Io sono dalla parte di Ilaria, del suo diritto ad un processo giusto e rapido, ma non sono per la linea del fare di ogni erba un fascio. I fasci li lascerei ai fasci e alle demokrature. Se ci saranno novità significative aggiornerò questo articolo.